Si trovano ancora tutti intrappolati nella grotta, i 12 ragazzi thailandesi che, due settimane fa, erano entrati nella caverna Tham Luang, nel nord della Thailandia, senza poterne più uscire, a causa delle piogge monsoniche che l'avevano allagata.
Dopo nove giorni, i soccorritori erano riusciti a individuarli e la speranza si era riaccesa. Ma poi erano sopraggiunte le difficoltà delle operazioni di recupero: per uscire dalla grotta i bambini dovranno percorrere una strada tortuosa e in parte sommersa, avranno bisogno di lezioni di nuoto e di attrezzature speciali. "Ci vorranno quattro mesi", avevano detto all'inizio, per poi smentire il giorno dopo, sostenendo che bisognava far uscire di lì la squadra di calcio nel minor tempo possibile, perché le piogge torrenziali sarebbero tornate presto. Ogni giorno sembrava il giorno del salvataggio: il mondo, che resta col fiato sospeso, sperava di sentire la notizia del salvataggio. Ma le condizioni dei ragazzi, ancora molto debilitati, non ancora permesso la loro liberazione. Ieri la preoccupazione era aumentata, a seguito della morte di un soccorritore, segno che le operazioni di recupero non sono affatto semplici e immediate.
Ma questa mattina, Narongsak Osatanakorn, il governatore della provincia di Chiang Rai, ha riferito che l'operazione per il drenaggio dell'acqua lungo i 3,2 chilometri del percorso che porta al luogo nel quale si trovano i ragazzi è stata un "successo" e, nonostante oggi ci siano state piogge, "l'acqua si trova ancora a un livello soddisfacente". Le previsioni meteo, però, indicano l'arrivo di piogge torrenziali, che lasciano ai soccorrittori una finestra di 3-4 giorni per portare in salvo i ragazzi e il loro allenatore. In caso contrario, c'è il rischio che possano rimanere bloccati nella grotta fino a gennaio. Intanto, sono stati scavati più di cento "camini" per creare un percorso alternativo all'evacuazione subacquea. Inoltre, a seguito del calo di ossigeno nella grotta, i soccorritori non necessari all'interno sono stati richiamati. Sono stati effettuati anche alcuni tentativi per pompare aria respirabile all'interno della caverna, tramite un tubo, senza però riuscirci. La quantità di ossigeno è scesa a meno del15%, ben al di sotto della soglia solitamente presente, che è del 21%.
Dall'interno della caverna, arrivano le prime comunicazioni dei bambini, che scrivono ai genitori e ai fratelli, rassicurandoli sulle loro condizioni di salute: "Non vi preoccupate, siamo tutti forti". Il portiere della squadra, che nella grotta ha compiuto 16 anni, scrive a mamma e papà: "Vi voglio bene, non dovete preoccuparvi per me". Un altro bambino scrive: "Papà, mamma, non preoccupatevi sono sopravvissuto per due settimane, tornerò ad aiutarvi nel negozio". Poi c'è Nick, che non vede l'ora di mangiare del "maiale e verdure grigliate" e chiede ai genitori di farglielo trovare all'uscita dalla grotta. Perché di una cosa quei bambini sono sicuri. Che usciranno da lì e potranno riabbracciare i loro genitori e le loro famiglie. E da questa sicurezza viene la loro forza, che permette loro di rassicurare i propri cari.
Parla anche l'allenatore della squadra, il 25enne Ekkapol Chantawong, responsabile di aver condotto i ragazzi nella caverna, ma anche di averli salvati dalla furia dell'acqua e di averli tranquillizzati per tutto il tempo.
Porge le sue "scuse sincere" alle famiglie dei ragazzi e scrive alla nonna e alla zia, le persone a lui più vicine dato che ha perso i genitori, invitantole a non preoccuparsi.Le condizioni saranno "perfette per i prossimi tre-quattro giorni", ha ribadito in serata Narongsak Osottanakorn. Ora serve una decisione.
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