Si chiama Ahmad Almohammad. Il suo passaporto, trovato allo Stade de France "accanto" a uno dei jihadisti, risulta essere stato registrato il 7 ottobre a Presevo, nel sud della Serbia a ridosso del confine con la Macedonia, da un profugo che ha poi presentato richiesta formale di asilo. Le autorità di Belgrado hanno "accertato", su richiesta di Parigi, che i dati coincidono con quelli del migrante registrato il 3 ottobre a Leros in Grecia. Ma è difficile stabilire se quel nome coincida realmente con uno dei jihadisti che venerdì notte hanno ammazzato oltre 130 innocenti a Parigi. Secondo i servizi americani, infatti, il documento sarebbe falso perché "non contiene i numeri corretti per un passaporto legittimo e la foto non coincide con il nome". Il rischio, però, è che le identità fornite dagli immigrati che invadono l'Europa siano inventate e che dietro al rilascio dei passaporti si nasconda un business pericolosissimo.
Il quotidiano belgradese Blic ha pubblicato a tutta prima pagina, e in "esclusiva mondiale", la foto del passaporto siriano trovato sul luogo dell’attentato allo Stade de France. Il giornale precisa che Ahmad Almohammad, questo il nome che figura sul passaporto, è nato il 10 settembre 1990. Ha, quindi, 25 anni. Il 7 ottobre scorso è entrato in Serbia dalla Macedonia al centro di accoglienza di Presevo, dove è stato regolarmente registrato. Quindi, sempre secondo le fonti sentite da Blic, ha superato tutti controlli e le verifiche antiterrorismo, a cui vengono sottoposti tutti i migranti che entrano in territorio serbo, ed è stato assicurato che al momento di tali controlli l’uomo non era armato. A Presevo ha presentato domanda di asilo, proseguendo poi il viaggio verso la Croazia e, quindi, l'Austria. "I servizi francesi - scrive il giornale - dopo le stragi di Parigi, si sono rivolti ai colleghi serbi poiché sanno che i servizi di sicurezza della Serbia sono i più informati sui migranti in viaggio lungo la rotta balcanica".
Attorno al passaporto persiste un forte alone di mistero. Fonti di intelligence di Washington hanno denunciato che "il passaporto non riporta il giusto numero di serie di un documento siriano e che la foto non corrisponde al nome". La notizia, se confermata, potrebbe far cambiare la pista che vedeva il sospetto come un profugo in furia dalla Siria passato e registrato il 3 ottobre sull'isola di Leros.
Il passaporto potrebbe essere stato, quindi, rubato prima o dopo la registrazione in Grecia. Per fugare ogni dubbio la scientifica francese sta analizzando i resti del corpo del terrorista islamico per cercare di risalire attraverso l’analisi del dna alla sua vera identità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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