Dal dialogo euro-arabo al Global Compact. A quattordici anni dalla prima edizione di Eurabia, la scrittrice anglo-egiziana di origini ebraiche Bat Ye'or, che ispirò anche Oriana Fallaci, torna a mettere in guardia da chi vorrebbe una saldatura tra Europa e mondo arabo per imporsi nello scacchiere mediorientale e internazionale.
Un’asse che oggi potrebbe nuovamente consolidarsi grazie alle migrazioni di massa che le Nazioni Unite puntano a regolarizzare attraverso il Global Compact: il documento presentato lo scorso dicembre alle Nazioni Unite, che mira ad una governance sovranazionale del fenomeno migratorio in uno scenario globale che non tiene più conto degli Stati nazione. Con la Commissione Ue e il Consiglio europeo che vorrebbero rendere vincolante per i Paesi membri il trattato che sancisce il “diritto a migrare”, Bat Ye’or accusa le istituzioni europee di continuare a promuovere l’islamizzazione del continente attraverso l’incentivo all’immigrazione dai Paesi musulmani. Un fenomeno che per l’autrice assomiglia di più ad una “invasione”, perché, chiarisce nella prefazione alla nuova edizione del libro, pubblicata da La Verità, “non si riferisce a una migrazione individuale e numericamente debole, ma a masse di persone che lasciano i loro luoghi di origine per andare insieme in altre regioni”.
L’obiettivo dei padri fondatori dell’Unione europea, spiega la scrittrice, era quello di creare, attraverso “ideologie umanitarie e pacifiste” come “multilateralismo, multiculturalismo, relativismo dei valori”, una “Europa unificata e senza confini, riconciliata con il mondo arabo” capace di “controllare il Mediterraneo e tenere a bada l'America e il blocco sovietico”. L’unione indissolubile di Europa ed Africa, si legge nel testo, avrebbe fornito garanzie ai “grandi mercati ed eliminato gli ostacoli dei nazionalismi locali all'unificazione dell'Europa e alla mescolanza”. L’esodo di massa dai Paesi musulmani verso il Vecchio Continente da una parte, e l’islamizzazione sempre più completa dei Paesi arabi con l’estromissione delle minoranze religiose storiche dall’altra, sono gli strumenti per generare questa “superpotenza euro-islamica”.
Gli appelli delle istituzioni Ue agli Stati membri per l’adozione del Global Compact, quindi, secondo l’autrice, sono da interpretarsi proprio alla luce del raggiungimento di quell’obiettivo: la fusione delle due sponde del Mediterraneo. “Questo Patto per la migrazione – accusa Bat Ye’or - è un assegno in bianco dato a un jihad pacifico, sicuro, ordinato e regolare, sponsorizzato da un califfato mondiale”. “Alcuni paesi occidentali si sono rifiutati di firmarlo, altri si sono affrettati ad aderirvi – spiega l’autrice - questo pacifico jihad migratorio è organizzato con la collaborazione di leader europei”. “Il Consiglio europeo – attacca ancora - lo sostiene finanziando una campagna di disinformazione per dimostrare che le radici dell'Europa si trovano nel Corano”.
Nel volume la scrittrice nata al Cairo ricostruisce le scelte politiche, a partire dal progetto francese della costruzione di un’alleanza geopolitica euro-islamica che contrastasse l’influenza americana in Medio Oriente, che hanno portato l’Europa a divenire preda del terrorismo islamista e a ripudiare la propria identità e le proprie radici giudaico-cristiane. Tutti ciò, secondo Bat Ye’or, ha ridotto l’Europa in frantumi e condotto all’attuale scontro tra popolo ed élites. I partiti sovranisti, che si fanno interpreti del sentiment popolare, continua l’autrice del volume edito da Lindau, rappresenterebbero un argine ai piani della leadership europea che ora cerca di correre ai ripari costringendo i Paesi membri dell’Ue “ad attuare le raccomandazioni del Global Compact on migration (…) incoraggiando l' arrivo ininterrotto di migranti africani”.
Difficile
prevedere cosa ci riserverà il futuro. Quello che è certo, secondo la scrittrice, è che la “difesa delle libertà democratiche” passa attraverso la “lotta contro l'importazione della dhimmitudine da parte delle élite europee”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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