L’epidemia di coronavirus ha costretto molti Paesi poveri a sospendere i programmi di vaccinazione di massa contro alcune malattie ancora diffuse nel Terzo Mondo, con la conseguenza che tali agenti infettivi atavici hanno ripreso ad affliggere la popolazione di quelle zone del pianeta, soprattutto quella infantile. In particolare, a essere interrotte, in diverse nazioni in via di sviluppo per via dell’allarme-Covid, sono state le campagne di immunizzazione contro colera, morbillo, poliomielite e difterite. La lotta alla pandemia di questi mesi sta infatti monopolizzando l’attenzione e gli sforzi delle autorità sanitarie locali, con conseguente rallentamento delle forniture mediche destinate alle persone affette dalle altre infezioni.
La sospensione e il contingentamento dei programmi vaccinali tradizionali, verificatisi nei Paesi poveri per effetto dell’emergenza-coronavirus, sta producendo, spiega un’inchiesta del New York Times, la ricomparsa di focolai epidemici estremamente contagiosi. Nel dettaglio, su 29 Paesi che hanno sospeso le campagne vaccinali per via della pandemia, 18 stanno registrando il ritorno di patologie storiche mai eradicate.
In primo luogo, la difterite sta contagiando sempre più persone in Pakistan, Bangladesh e Nepal, mentre il colera ha ricominciato a tormentare Sud Sudan, Camerun, Mozambico, Yemen e Bangladesh. Tra le malattie che hanno ripreso a diffondersi c'è quindi il morbillo, riapparso in Bangladesh, Brasile, Cambogia, Repubblica Centrafricana, Iraq, Kazakistan, Nepal, Nigeria e Uzbekistan.
Per quanto riguarda la poliomielite, in Pakistan e Afghanistan sono stati riportati 61 casi di poliovirus di tipo 1. In Ciad, Ghana, Etiopia e Pakistan ha ripreso vigore invece il tipo 2 del medesimo agente patogeno e, addirittura, un ceppo mutato del virus della polio è stato individuato in oltre 30 Stati.
L’Oms sta sollecitando con forza le Nazioni che stanno soffrendo una rinvigorita diffusione delle storiche malattie a riprendere le strategie di vaccinazione della popolazione. Tuttavia, i tentativi dei singoli governi di riavviare le vaccinazioni si stanno scontrando con importanti ostacoli, come la carenza di dispositivi medici e un’ondata di diffidenza che sta tenendo molta gente del posto lontana dagli ospedali.
Alcuni esempi di Paesi che stanno agendo con tempestività sul fronte della prevenzione delle patologie arcaiche riguardano l’Uganda, dove si stanno dando motociclette agli operatori sanitari, e il Brasile, le cui farmacie offrono vaccinazioni estremamente rapide. L'Unicef ha inoltre noleggiato un aereo per consegnare provette di vaccini in 7 Stati africani.
Gli sforzi per ridare slancio alle campagne locali di vaccinazione contro le malattie trascurate finora per colpa dell’allarme-coronavirus stanno progressivamente assumendo i connotati di una lotta contro il tempo. La drammaticità della questione vaccinale nel Terzo Mondo è stata di conseguenza descritta da Chibuzo Okonta, presidente di Medici Senza Frontiere in Africa Centrale, citato dal Mattino: “Il rischio ora è che un'epidemia in pochi Paesi uccida più bambini del Covid-19”.
Una previsione meno fosca, riferisce il giornale, è stata però fornita, pur non essendo tonalmente supportata dai dati sanitari attuali, dai rappresentanti di Gavi
(Alleanza internazionale per i vaccini), secondo cui “se la pandemia finisse entro 3 mesi, la comunità internazionale potrebbe rimettersi al passo con le vaccinazioni nel giro di un anno e mezzo”.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.