Crisi con l'Austria: la Turchia richiama l'ambasciatore

Dall'ingresso nell'Ue a una legge sulle violenze sessuali: le ragioni dello scontro

Erdogan parla alla folla radunata davant al palazzo di Ankara
Erdogan parla alla folla radunata davant al palazzo di Ankara

Un altro fronte diplomatico si apre per la Turchia, dopo che sabato un raduno ha portato in strada i curdi a Vienna, per manifestare in favore del Pkk, il Partito dei lavoratori di Abdullah Ocalan, che ad Ankara è considerato un sigla del terrorismo.

Dopo giorni in cui per le strade della capitale austriaca non sono mancati scontri interni alla popolazione originaria della Turchia, divisa tra posizioni filo-governative e sostegno al Pkk, oggi il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu ha annunciato di avere richiamato ad Ankara l'ambasciatore a Vienna, "per consultazioni e rivedere le nostre relazioni".

Il titolare del ministero ha puntato il dito contro la manifestazione autorizzata a Vienna, parlandone in conferenza stampa e accusando il Paese europeo di "sostenere il terrorismo". Oggi ad Ankara è stato convocato per la seconda volta l'incaricato d'affari austriaco.

La manifestazione di Vienna non è il primo caso in cui, in questi giorni, Austria e Turchia si sono trovate ai ferri corti. Prima del Pkk, era stata una sentenza della Corte costituzionale a creare attrito tra i due Paesi, complice un articolo pubblicato dal quotidiano viennese Kronen Zeitung.

Un titolo del giornale, mostrato sugli schermi dell'aeroporto di Vienna, accusava la Turchia di "permettere abusi sessuali contro i bambini al di sotto dei 15 anni".

Un'interpretazione di una sentenza turca che chiedeva al parlamento di rivedere le pene per i colpevoli di violenze contro i più piccoli, annullando un articolo del codice penale, ma mantenendo nel mentre la legislazione attuale, proprio per impedire circostanze come quelle su cui titolava il Kronen.

La questione ha superato i confini austriaci, quando il ministro degli Esteri svedese Margot Wallström ha ripreso l'articolo del quotidiano sui social network. Nei giorni successivi, in tutta risposta, una pubblicità all'aeroporto internazionale Ataturk di Istanbul accusava la Svezia di avere il più alto tasso di violenze al mondo.

Istanbul Svezia violenze

Non bastassero la manifestazione viennese e la controversia legata all'articolo del Kronen, ad Ankara non hanno ben digerito neppure che un certo numero di politici austriaci - ministro della Difesa incluso - si siano espressi dopo il 15 luglio, giorno del tentato colpo di Stato, contro la prosecuzione del processo d'ammissione della Turchia nell'Unione Europea.

A preoccupare i politici austriaci soprattutto le migliaia di fermi e arresti che hanno fatto seguito al tentato

golpe di luglio. Una settimana dopo il ministro degli Affari esteri Kurtz aveva convocato l'ambasciatore turco anche per discutere degli scontri tra i "turchi d'Austria", riflesso della polarizzazione interna alla Turchia,

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