L'Onu ha recentemente ammesso di avere finora "sperperato milioni di dollari" di fondi propri nel tentativo di fronteggiare la crisi migratoria esplosa negli ultimi anni in Africa. L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha infatti denunciato di essere stato vittima di una vera e propria “truffa”, ordita da alcuni governi africani determinati a “impadronirsi” delle risorse dell’organizzazione internazionale.
Nel mirino degli ispettori contabili Onu sono finite le autorità di Uganda, Kenya ed Etiopia. Queste ultime, dal 2016, hanno costantemente richiesto alle Nazioni Unite sostegno economico per mettere a punto un “efficiente sistema di accoglienza” destinato ai milioni di profughi in fuga dalla guerra civile nel Sudan del Sud. A partire da quell’anno, l’Unhcr ha elargito ai Paesi in questione, complessivamente, 7,9 milioni di dollari, ma tale finanziamento è stato recentemente etichettato dagli stessi vertici dell’organizzazione come una “mossa avventata”.
Secondo i dirigenti dell’agenzia umanitaria, i governi di Uganda, Kenya ed Etiopia avrebbero finora volontariamente presentato ai funzionari Onu dati “gonfiati” circa il numero di rifugiati presenti nei rispettivi territori, al fine di ricevere “sempre più aiuti economici” dal Palazzo di Vetro. Le autorità degli Stati confinanti con il Sudan del Sud avrebbero quindi “speculato” sulla crisi umanitaria esplosa in tale Paese per “accaparrarsi illegittimamente” i fondi delle Nazioni Unite.
I 7,9 milioni stanziati in origine per fronteggiare la crisi migratoria africana sarebbero stati impiegati solo in minima parte da Uganda, Kenya ed Etiopia sul fronte dell’assistenza ai profughi sud-sudanesi. La quasi totalità della somma sarebbe infatti finita “nelle tasche dei politici locali”. Gli ispettori contabili dell’Unhcr sostengono che il denaro dell’organizzazione destinato alla soluzione della crisi migratoria sarebbe persino servito a soddisfare “capricci personali” dei governanti delle nazioni beneficiarie. Ad esempio, una quota dell’aiuto economico accordato all’Uganda sarebbe stata utilizzata dal primo ministro di tale Stato per “munire la propria residenza privata di parcheggi e piscine”.
I vertici dell’agenzia Onu per i rifugiati si sono quindi dichiarati
“profondamente rammaricati” per non avere condotto finora “controlli rigorosi” sulla veridicità dei dati forniti da Uganda, Kenya ed Etiopia circa i migranti sud-sudanesi stanziati nei rispettivi territori.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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