Per sbrogliare questa matassa dovranno capitare tante altre cose, o soltanto un paio, chi lo sa: di sicuro, la guerra in Ucraina è ancora ben lungi dal terminare. Ogni giorno assistiamo a una nuova escalation militare tra i due eserciti, alle dichiarazioni della Nato ma soprattutto agli umori "ballerini" dello Zar di Russia, Vladimir Putin, le cui reali intenzioni ancora non si possono inquadrare al 100% a furia di dichiarazioni, contro dichiarazioni, intenzioni eccetera. In quest'ottica, il generale Vincenzo Camporini, ex capo di Stato maggiore della Difesa e responsabile Difesa e sicurezza di Azione, in un'intervista al Messaggero ha affermato che "tutto dipende dalla testa di quest'uomo e ancora nessuno è riuscito davvero a capire quale sia il suo obiettivo e fin dove voglia spingersi".
"Guerra totale? Chi lo sa"
Che il conflitto possa estendersi anche ai Paesi Occidentali come paventato più volte dai fedelissimi di Putin è una minaccia che difficilmente potrebbe realizzarsi ma non è certo da escludere. Così come quando il Cremlino ha parlato di "Terza Guerra Mondiale" o di "guerra nucleare", tutte affermazioni molto forti tese, per lo più, a creare paura alla Nato. Insomma, la guerra totale sarà davvero possibile? "Un'ipotesi alla quale nessuno aveva pensato finora, anzi a detta di molti sembra più probabile che il 9 maggio sarà il momento in cui Putin proclamerà che determinati obiettivi che sono nella sua mente dall'inizio e per i quali è stata pianificata l'operazione militare speciale, sono stati finalmente raggiunti", sottolinea Camporini. Ergo, la risposta è più no che si: se raggiungerà i suoi obiettivi, si potrebbe andare incontro a un clima diverso e l'escaltion militare diventerebbe sempre meno intensa.
"Aspettiamoci altre provocazioni"
La situazione è ingarbugliata e fare un pronostico diventa complicato. Anche l'invasione dell'Ucraina sembrava "impossibile", ma "invece è avvenuta", aggiunge il generale italiano. Motivo per il quale è lecito aspettarsi "altre provocazioni di Putin" assolutamente imprevedibili per la complessità della "testa di quest'uomo". Come ci siamo appena occupati sul Giornale.it, il capo di Stato maggiore russo, Valery Gerasimov, sarebbe stato ferito a una gamba a seguito di un bombardamento ucraino mentre si trovava al fronte. Camporini legge questa mossa sotto un duplice aspetto: "o Gerasimov arriva per intestarsi la vittoria dopo aver impostato bene le cose, oppure per prendere il comando e spiegare come si fa anche al generale Dvornikov che aveva assunto il comando unico". Adesso, però, questo ferimento cambia nuovamente le carte in tavola per l'esercito russo visto che il generale avrebbe fatto rientro nel suo Paese secondo quanto riferito da alcune fonti.
"Modesto vantaggio"
La riorganizzazione delle truppe, comunque, sta dando fiato all'esercito di Putin che adesso è "potenzialmente molto più efficace" anche se si è tradotta finora in un "modesto vantaggio territoriale. Bisognerà vedere se l'accerchiamento delle forze ucraine nell'Est verrà completato o meno. È intorno a Izyum che si sta svolgendo una battaglia importantissima, perché da nord i russi stanno cercando di spingersi fino a sud, a Mariupol", spiega il generale.
Come è messo l'esercito di Zelenky? In questo momento stanno cedendo una parte del territorio ma resta da capire se si tratta "di una manovra programmata per allungare le linee di comunicazione russe e renderne quindi più difficili i rifornimenti, minacciati anche tramite un'attività contro ponti e strettoie", conclude.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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