Ecco l'uomo che ha ucciso bin Laden: ha lasciato la divisa e fa il consulente

Si chiama Rob O'Neil ed ha 38 anni. Il 2 maggio 2011 entrò per primo nella stanza in cui si trovava bin Laden, nel suo rifugio in Pakistan. A rivelare l'identità è stato il padre

Ecco l'uomo che ha ucciso bin Laden: ha lasciato la divisa e fa il consulente

Se fosse una serie tv sarebbe un colpo di scena in grado di risollevare gli ascolti. Ma non è fiction, è una storia vera, anche se continua ad avere mille lati oscuri. Che ovviamente alimentano gli amanti del complottismo. Ricordate il blitz con il quale gli americani uccisero Osama bin Laden che si nascondeva in Pakistan? Ora sappiamo chi è stato, durante il blitz dei Navy Seal, a premere il grilletto. Conosciamo il nome e il volto del soldato americano che ha posto fine alla vita del pericolo pubblico numero uno al mondo. Si chiama Rob O’Neill ed ha 38 anni. A uscire allo scoperto è stato suo padre, che ha parlato al Daily Mail. Lo scoop del giornale inglese ha bruciato sul tempo il canale tv Fox, che tra pochi giorni manderà in onda una lunga intervista al militare.

Non era solo, O'Neil, la notte del 2 maggio 2011 ad Abbottabad. Con lui un commando (in tutto sei persone) addestratissimo e pronto a entrare in azione in ogni momento. Prima di quella aveva preso parte a centinaia di missioni in Iraq e Afghanistan, collezionando una cinquantina di riconoscimenti e alcune medaglia al valore. C'era anche lui, ad esempio, nel commando che salvò il comandante americano della nave Maersk Alabama finita in mano ai pirati somali (episodio che ispirò il film Captain Phillips, con Tom Hanks). Racconti da film, appunto, ma accaduti veramente (stando almeno alle versioni ufficiali). Come il blitz per salvare alcuni soldati finiti in mezzo a un’imboscata talebana (e giù un altro film, Lone Surviror). E poi, ovviamente, c'è la pellicola sul blitz di Abbottadad, Zero Dark Thirty.

La domanda sorge spontanea. Perché è stata rivelata l'identità di questo marine? Era stato lui stesso a uscire allo scoperto, ma in forma anonima, nel marzo 2013, con un'intervista a Esquire. Avea detto di essere entrato per primo nella stanza dove si trovava bin Laden, in piedi con un mitra "a portata di mano". e di avergli quindi sparato alla testa, due volte, prima che lui potesse aprire il fuoco. Poi aveva raccontato le difficoltà della sua vita, specie nei rapporti con la famiglia: "Ho detto loro di avere sempre pronta una valigia nel caso dovessimo scappare all’improvviso". Insomma, una vita non proprio facile, da cui però aveva deciso di uscire. Si era congedato, iniziando a fare il consulente (non solo in ambito militare ma anche motivazionale) e nel frattempo si era anche separato dalla moglie.

L'uscita della notizia potrebbe essere (quasi sicuramente è) una mossa pubblicitaria, l'ennesima, in vista della messa in onda del documentario "The man who killed bin Laden", uno speciale in due puntate che sarà trasmesso da Fox l’11 e il 12 novembre. Ovviamentre tra diritti (tv e stampa) ci sono diversi soldi in ballo. Fino ad ora il soldato che materialmente esplose i colpi contro Osama era stato identificato come "the shooter". Oltre a raccontare cosa vuol dire far parte dell’elite delle forze speciali americane, fanno sapere dalla Fox, O'Neil rivelerà altri dettagli sugli ultimi momenti di vita di bin Laden e ciò che è successo poco prima che venisse ucciso.

Come scrive il Mail online, O'Neil ha lasciato le forze armate dopo 16 anni di servizio e suo padre ha detto che non ha paura delle conseguenze del suo "outing" come killer del terrorista: "La gente mi chiede se siamo preoccupati che adesso che la sua identità è nota l’Isis verrà a prenderlo. Io vi dico che dipingerò un grande bersaglio sulla porta della mia casa e dirò: venite pure". Anche questo ci fa venire in mente un film: Rambo.

Della storia di bin Laden - e della sua fine - ai comuni mortali resta qualche dubbio. Uno su tutti: molti sapevano che si nascondeva in Pakistan, era un vero e proprio segreto di Pulcinella.

La domanda è d'obbligo: possibile che i servizi segreti di Islamabad fossero così sbadati dal non accorgersi di dare asilo allo sceicco del terrore? Qualcuno, però, taglia la testa al toro: tutte balle. Bin Laden, in realtà, era morto da anni, per malattia. Ecco perché il suo corpo, dopo l'uccisione, non è stato mai mostrato.

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