Erdogan prova ad imporre l'accordo turco-russo ai ribelli

Il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan sta affrontando una corsa contro il tempo per convincere i ribelli fondamentalisti siriani, entro il prossimo 15 ottobre, ad accettare l’accordo russo-turco che prevede la smilitarizzazione dei territori attorno alla cittadina di Idlib

Erdogan prova ad imporre l'accordo turco-russo ai ribelli

E’ arrivato il momento della scelta per il presidente Erdogan. La Turchia, infatti, deve decidere se vuole stare dalla parte del mondo occidentale o continuare a supportare i ribelli fondamentalisti in Siria.

Ankara ha le ore contate per imporre agli jihadisti siriani i termini dell’accordo firmato con la Russia pochi giorni fa, che prevede la creazione di una “zona demilitarizzata” a Idlib, cittadina siriana a circa 30 chilometri dal confine turco.

Erdogan ha il compito di garantire il cessate il fuoco e spegnere ogni eventuale focolaio di rivolta dei ribelli islamici su questa regione, diventata una zona di cuscinetto tra i territori sotto il controllo dei fondamentalisti islamici e le aree governate dal regime di Bashar al-Assad.

In questo territorio vivono oltre tre milioni di persone, e in caso di attacco da parte delle forze filogovernative si teme un nuovo massacro d’innocenti, ammonito dall’Onu come un nuovo “bagno di sangue” che porterebbe al “peggior disastro umanitario” del ventunesimo secolo.

L’accordo tra Erdogan e Putin prevede che tutti i gruppi di ribelli si allontanino di almeno 15-20 chilometri da questa nuova zona demilitarizzata, dove non è ammessa l’introduzione e ovviamente l’uso di armi pesanti.

Come sottolineato da molti esperti, Ankara si trova di fronte a un bivio, e non è detto che riesca comunque sia a portare a termine la missione affidatagli da Mosca. Nonostante la forte influenza turca nella regione siriana, Erdogan non sembra avere in mano la situazione e difficilmente i diversi gruppi di ribelli, tra cui Hayat Tahrir Al-Sham (HTS), un'organizzazione formata dall'ex branca siriana di Al Qaeda e il principale gruppo armato della regione, accetteranno di buon grado di lasciare il controllo di questi territori senza lottare o ricevere qualcosa in cambio.

Si teme, infatti, che il

rifiuto degli jihadisti di lasciare la cittadina di Idlib e le zone contigue possa condurre a una nuova sanguinosa offensiva da parte delle forze militari di Damasco, e destabilizzare ancor di più le regioni circostanti.

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