Estratta viva dalle macerie dopo 65 ore. Elif è il simbolo della vita

Elif, tre anni, è rimasta sotto le macerie della sua casa per quasi tre giorni. La foto mentre stringe la mano del suo eroe è diventata un simbolo

Estratta viva dalle macerie dopo 65 ore. Elif è il simbolo della vita

La manina che stringe forte il pollice della mano del soccorritore. Lo sguardo rivolto verso la luce, oltre i riccioli biondi, a cercare i volti rassicuranti e gli occhi stanchi - ma felici - di chi per giorni ha cercato di salvarla. Lei è Elif Perincek, la bambina di 3 anni estratta viva dalle macerie dopo 65 ore trascorse al buio e al freddo sotto le rovine della sua casa a Smirne. Una casa crollata come decine di altre in seguito al violento sisma che ha colpito il mar Egeo lo scorso 30 ottobre.

Quella di Elif è una storia di speranza, che ha squarciato il velo della tristezza e del dolore per la tragedia vissuta dal paese turco. La foto del salvataggio della piccola Elif, la 106esima persona estratta viva dalle macerie, sta facendo il giro del mondo come simbolo di speranza e vita oltre al dramma e alla morte.

La storia della bambina e della sua famiglia tocca gli animi, anche i più duri. La provincia di Smirne è stata una delle più colpite dal terremoto del 30 ottobre e mentre i soccorritori contano ottantacinque persone morte e venti dispersi, il salvataggio della bambina ha il sapore della vittoria. Al momento della scossa la bimba si trovava nella sua casa insieme alla mamma e ai fratelli. Il sisma ha letteralmente sbriciolato la palazzina, lasciando sotterrate sotto le macerie decine di persone.

Ma mentre la madre di Elif, il fratellino e due sorelle venivano estratti vivi dalle rovine e ricoverati nell'ospedale cittadino, di lei non si è saputo più nulla per giorni. Fino a quando i soccorritori hanno sentito la sua voce flebile e l'hanno individuata sotto un cumulo di mattoni e travi. Ci sono volute ore per raggiungerla, 65 per la precisione, per riportare il suo corpo illeso alla luce del sole tra gli applausi di soccorritori e volontari.

E così quella foto che la immortala mentre distesa sulla barella avvolta in una coperta termica stringe forte la mano del suo eroe è diventata in pochissimo tempo il simbolo della tragedia. L'uomo in primo piano - come riporta l’agenzia di stampa turca Anadolu Agency - è Muammer Celik vigile del fuoco, che per ventiquattrore è rimasto in servizio pur di salvare Elif.

"Quando ho allungato la mia mano, lei l'ha presa e non l’ha più lasciata finché non l’ho portata nella tenda dei soccorsi", ha raccontato lui che, nonostante la mascherina, sul suo volto mostra gli occhi della felicità per quella vita salvata.

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