La strage degli innocenti è stata annunciata, ore prima, via Twitter e in un breve video, forse lo stesso attentatore con il volto coperto, rivendica l’attacco prima di farsi saltare in aria. Lo Stato islamico ha messo ufficialmente il cappello sul massacro di adolescenti con un comunicato. Subito dopo l’attacco i social sono stati invasi da jihadisti che inneggiavano alla strage. Attraverso il sistema di messaggistica Telegram, l’agenzia di «stampa» dello Stato Islamico, Amaq ha rivendicato l’attentato di Manchester con qualche imprecisione, che ha sollevato i dubbi della Cia.
«Con la grazia e l’appoggio di Allah, un soldato del Califfato è uscito a piazzare degli ordini esplosivi nel mezzo di un raggruppamento di crociati nella città inglese di Manchester» si legge nel proclama scoperto da Site, il sito specializzato di intelligence sul terrorismo islamico. In realtà la bomba era solo una ed è esplosa con il terrorista suicida. L’obiettivo, secondo Amaq, era di «terrorizzare i pagani in risposta alla loro aggressione contro le terre dei musulmani» ovvero l’intervento militare britannico in Iraq e Siria. «La detonazione degli ordigni esplosivi nello sfrontato concerto all’arena ha provocato la morte di 30 crociati ed altri 70 sono rimasti feriti - sentenzia Amaq -. Quello che verrà dopo sarà ancora più terribile».
L’aspetto più inquietante è che alle 18.24 di lunedì sera, 4 ore prima della strage, un fantomatico utente @owys663 lanciava un tweet con l’hastagh #manchesterarena, dove si è svolto il concerto insanguinato caricando sullo sfondo una bandiera nera dello Stato islamico. Nella foto del profilo si vede un ragazzetto con gli occhiali, barba musulmana e cappellino di lana. E ancora alle 19.28 italiane lo stesso utente rilanciava scrivendo: «Ne abbiamo ancora», «vi siete dimenticati la nostra minaccia? Questo è semplicemente il terrore» con gli stessi hashtag #manchesterarean e #islamicastate. Né l’antiterrorismo britannico, né Twitter sembrano essersi accorti di nulla. Dopo la strage l’esperto marocchino di gruppi jihadisti, Abdallah Rami ha scoperto il breve video di un jihadista dal volto mascherato, che sembra annunciare l’attacco.
Forse è lo stesso terrorista suicida, Salman Abedi, con una bandiera nera alle spalle. In 16 secondi dichiara in inglese: «In nome di Allah questo è solo l'inizio». Poi alza davanti alla videocamera un cartello bianco con la scritta «Manchester 22-05-2017», la data della strage, in inglese e arabo seguita dallo slogan Allah o akbar, Dio è grande. La polizia inglese ha confermato che la bomba dell’attentatore di Manchester era «fatta in casa». In un video girato a Raqqa, capitale dell’Isis in Siria, lo scorso novembre una ventina di minuti sono dedicati alla confezione di un ordigno artigianale nella cucina di casa utilizzando prodotti che si possono acquistare in farmacia o supermercato. La bomba viene poi potenziata con delle biglie d’acciaio.
Al concerto di Ariana Grande sarebbero stati utilizzati chiodi e bulloni. E purtroppo il video è stato fatto girare in rete sia con la versione in inglese che i sotto titoli in italiano. Subito dopo la strage gli adepti delle bandiere nere annidati anche da noi si sono scatenati. «Sembra che le bombe sganciate dall'aviazione britannica contro i bambini di Mosul e Raqqa siano appena tornate indietro a Manchester» ha scritto su Twitter un certo Abdul Haqq. «Uccideteli ovunque siano», fa eco un altro jihadista. E ancora: «Presto vedrete gli attacchi con i veicoli nelle vostre strade con il permesso di Allah». Non è chiaro se il riferimento sia ai camion kamikaze utilizzati a Nizza, Berlino e Stoccolma oppure a vere e proprie autobombe.
In Italia l’ «imam» di Cosenza, Ahmed Berraou, amico della sinistra e del controverso predicatore Tariq Ramadan ha postato su Facebook un messaggio provocatorio poche ore dopo la strage: «8 giugno elezioni in Gran Bretagna, 22 maggio 22 vittime di terrore. Che coincidenza!!».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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