Dopo il braccio di ferro durato giorni AstraZeneca cede alle pressioni di Bruxelles. E pubblica il contratto per la fornitura dei vaccini al centro del violento scontro con la Commissione europea. Per la casa farmaceutica anglo-svedese l’accordo non prevedeva consegne vincolanti delle fiale di vaccino anti Covid. Da qui, la decisione di tagliare due terzi delle dosi pattuite (50 su 80 milioni), bloccando la campagna vaccinale dei vari Stati membri. Una posizione, quella sostenuta da AstraZenca, smentita dalla Ue, come ribadito in mattinata dalla stessa Ursula von der Leyen: il testo “è chiarissimo, contiene ordini vincolanti con quantità da consegnare a dicembre e nei primi tre trimestri del 2021”.
Quindi possiamo stare tranquilli che le consegne saranno garantite? Non proprio. Perché le parti cruciali del contratto che dovrebbero dare man forte alla tesi dell’Ue, vincolando AstraZeneca alla fornitura prestabilita, sono omissate. Si ripete lo stesso copione del contratto con CureVac, messo a disposizione, anche qui in versione omissata, nella reading room di Bruxelles. “Il flop dell'Unione Europea sui vaccini - commenta l’eurodeputata della Lega Silvia Sardone - è sotto gli occhi di tutti. Ora se la prendono con le multinazionali del farmaco per non ammettere di aver stipulato dei contratti fortemente penalizzanti per i cittadini e per gli stati membri. Oggi hanno pubblicato il contratto con AstraZeneca mantenendo pagine piene di omissis. Cosa nascondono e perchè?”. Insomma, la pubblicazione dell’accordo più che sciogliere i nodi sulle responsabilità, fa crescere i sospetti su un'Europa prona alle richieste delle case farmaceutiche.
“Pfizer - continua Sardone - ha voluto che nel contratto venissero inserite formule per garantirsi il più possibile da reclami in caso di mancato rispetto del cronoprogramma di consegna dei vaccini. Si parla addirittura di assenza di penali. Ma la cosa più importante è la mancanza di responsabilità in caso di reazioni avverse alla somministrazione nei cittadini vaccinati. La società si dichiara non responsabile per eventuali richieste di risarcimenti e indennizzi con il risultato che saranno gli Stati a pagare in caso di problemi”. Uno scaricabarile coperto da omissis, perché inchioderebbe la pessima gestione dei contratti di fornitura da parte della Commissione europea.
Oltre al danno, però, anche la beffa. Bruxelles accondiscende a tutte le richieste scriminanti per Big Pharma, ma non è nemmeno in grado di garantirci quello che ci spetta. “Usa, Regno Unito, Israele - chiosa l’eurodeputata del Carroccio - stanno andando velocissimi con i vaccini, noi invece che siamo nell'Unione Europea stiamo andando a rilento e siamo fortemente penalizzati. Perchè siamo gli ultimi mentre gli altri corrono?”. Una questione che resta controversa e che ora costringe all'azione l'Ue, finora debole.
Non a caso, riporta Radiocor, Bruxelles avrebbe in canna uno stratagemma legale per costringere AstraZeneca a consegnare le dosi previste. Si tratterebbe di un meccanismo di controllo all’export per inchiodare i produttori, sospettati di vendere le fiale europee all’esterno, nel Regno Unito e negli Usa.
Nel caso di anomalie, si potrebbe procedere al blocco all’export per mantenere le dosi nell’Unione. Mali estremi estremi rimedi, insomma. Resta da vedere se, dalla minaccia per mettere pressione a Big Pharma, si passerà ai fatti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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