In Francia, le autorità hanno di recente negato la concessione della cittadinanza a un’immigrata accusandola di “lavorare troppo”.
Secondo quanto riporta il sito del quotidiano transalpino 20 Minutes, un’infermiera straniera si sarebbe infatti vista rigettare dalla prefettura di Créteil, nel dipartimento della Valle della Marna, a sudest di Parigi, la sua istanza di naturalizzazione a causa delle “eccessive ore di lavoro settimanale” da lei svolte.
Il fatto che la donna, coperta da anonimato, presti servizio in ospedale per 59 ore settimanali, ossia oltre l’orario di lavoro massimo previsto dalla normativa vigente, pari a 35 ore a settimana, è stato appunto considerato dai funzionari governativi, oltre che una violazione di legge, una vera e propria forma di “concorrenza sleale” ai danni della manodopera francese. Di conseguenza, l’immigrata è stata vista dai dirigenti della prefettura come una persona responsabile di “sottrarre opportunità di lavoro ai cittadini onesti che rispettano le disposizioni sulla massima quantità di lavoro consentita in Francia”. Tale “atteggiamento furbesco” dell’infermiera residente nella Valle della Marna avrebbe quindi “irrimediabilmente compromesso” l’iter per la sua naturalizzazione.
Lo stesso organo di informazione precisa poi che le autorità transalpine avrebbero intimato alla donna di “mettersi in regola al più presto” riportando il suo orario lavorativo settimanale entro i limiti di legge, vietandole contestualmente di ripresentare domanda per la cittadinanza francese prima del “2021”.
20 Minutes ha successivamente raccolto alcune dichiarazioni di Nicolas Delage, amico della protagonista della vicenda. Egli si è detto “indignato” per quanto accaduto alla sua conoscente, bollando come “ridicola” la giustificazione addotta dalla prefettura per rigettare l’istanza della straniera: “Quello che lei ha subito è assurdo. Uno dei requisiti da possedere per ricevere la cittadinanza francese è proprio l’attaccamento al valore del duro lavoro. Lei non sta rubando niente a nessuno”.
Sanjay Navy, avvocato specializzato nella difesa dei diritti degli immigrati, ha commentato la vicenda segnalando che in Francia, al giorno d’oggi, centinaia di naturalizzazioni verrebbero interrotte dai funzionari pubblici proprio in nome di “motivazioni irragionevoli”.
Egli, interpellato sempre da 20 Minutes, ha così etichettato la disavventura capitata all’infermiera come emblematica di un “radicato astio” dell’apparato statale transalpino verso i valori dell’accoglienza e dell’integrazione degli stranieri.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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