Durissimo affondo del ministro degli Interni tedesco, Horst Seehofer, contro l'Uefa, criticata perché, nonostante l'emergenza Covid (e le incognite sulle varianti) ha permesso la presenza di folle di spettatori negli stadi dove si svolgono le partite degli Europei. "Noi tutti sappiamo che l'evitare i contatti e certe regole di igiene sono indispensabili per bloccare i contagi", ha detto il ministro in conferenza stampa.
La Germania sino ad ora ha permesso un numero limitato di spettatori nello stadio di Monaco, ma a Londra, nello stadio di Wembley, vi sono stati anche 40mila spettatori. Quando si vedono immagini di "persone molto vicine tra di loro" e che "festaggiano i successi con abbracci", prosegue Seehofer, è "prestabilito che questo porterà ad un aumento dei contagi".
Per la semifinale e la finale previste a Wembley dovrebbero essere ammessi 60mila spettatori, nonostante il costante aumento del numero dei casi in Gran Bretagna a causa della variante Delta.
L'Uefa e le autorità britanniche rispondono sottolineando che l'alto tasso di vaccinazione garantisce la protezione della maggior parte delle persone, in più ci sono i test effettuati all'ingresso degli impianti, che dovrebbero impedire di entrare ai soggetti positivi. Nei giorni scorsi, tuttavia, è emerso che almeno 387 tifosi che hanno assistito alla partita Scozia-Inghilterra lo scorso 18 giugno a Wembley sono risultati positivi. Inoltre ci sono stati altri casi di contagi dopo le partite, in particolare a San Pietroburgo. Gli interessi commerciali, ha concluso il ministro Seehofer, "non dovrebbero fare ombra alle misure di protezione per la popolazione contro l'infezione".
Chi avrà ragione? Di certo passare dal vuoto assoluto alla folla
sugli spalti, tutti appiccicati uno sull'altro, colpisce un po'. Giusto e sacrosanto riportare le persone negli stadi ma cercare di mantenere un minimo di distanziamento forse avrebbe aiutato a evitare rischi pericolosi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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