In Germania, la maggioranza parlamentare a sostegno del governo di Angela Merkel ha approvato diverse modifiche in senso restrittivo alla legge sulla cittadinanza nazionale.
Tale riforma era stata presentata nelle scorse settimane da numerosi esponenti dell’esecutivo di Berlino come una misura necessaria a prevenire che la comunità tedesca venisse “infiltrata con elementi per niente integrati nel suo sistema di valori”.
Il provvedimento varato in questi giorni dal Bundestag apporta tre cambiamenti fondamentali alle norme sullo status di cittadino teutonico. In primo luogo, verranno privati di tale condizione giuridica, per mezzo di decreto discrezionale di revoca adottato dal ministro dell’Interno, tutti gli individui maggiorenni in possesso di una doppia cittadinanza che aderiranno a “organizzazioni terroristiche”. Finora, questa procedura di privazione della cittadinanza era prevista soltanto ai danni di chi si fosse arruolato in “eserciti stranieri” senza il previo nullaosta del ministero della Difesa di Berlino.
Nel testo modificato, la definizione “organizzazioni terroristiche” indica “qualunque gruppo paramilitare armato che mira ad alterare con la forza l’assetto dei poteri di uno Stato e a sostituirlo con una nuova organizzazione politica”. La relazione tecnica di accompagnamento al provvedimento di riforma etichetta quindi le persone che sposano la causa eversiva come “colpevoli di rigettare la cultura democratica della Germania e i suoi principi di tolleranza e rispetto della dignità di ogni essere umano”.
Il secondo incisivo cambiamento apportato alla legge sulla cittadinanza per iniziativa del governo Merkel consiste invece nella previsione di un divieto, ai danni dei soggetti che praticano la “poligamia”, di presentare istanza di naturalizzazione. Anche costoro, inoltre, potranno essere destinatari di una procedura di revoca della cittadinanza tedesca. Tali innovazioni normative sfavorevoli ai “poligami” vengono giustificate, precisa sempre la relazione tecnica di accompagnamento, evidenziando l’“incompatibilità radicale” tra il matrimonio plurimo e la “filosofia di vita dominante in Germania”.
Il terzo emendamento entrato in vigore, infine, inasprisce le sanzioni amministrative ai danni degli stranieri che hanno ottenuto la naturalizzazione fornendo alle autorità teutoniche “falsi documenti di identità o attestazioni mendaci inerenti al loro periodo di permanenza sul territorio nazionale”. I soggetti che sono riusciti a essere naturalizzati raggirando gli ufficiali federali verranno infatti colpiti, per effetto delle nuove disposizioni legislative, da una “revoca temporanea della cittadinanza acquisita fraudolentemente”. Gli stranieri che sono divenuti cittadini tedeschi per mezzo di dichiarazioni mendaci rese a pubblici ufficiali si vedranno appunto “congelare per dieci anni” i diritti connessi allo status giuridico in questione.
Tra le innovazioni normative promosse dal governo di Berlino, quella attinente alla poligamia ha subito suscitato le proteste della comunità musulmana locale, con alcuni imam che l’hanno bollata come un “provvedimento islamofobo”. In particolare, Samir Falah, rappresentante dell’organizzazione maomettana Islamische Gemeinschaft in Deutschland nonché sospettato di simpatie verso l’associazione estremista dei Fratelli Musulmani, ha attaccato le recenti disposizioni restrittive a carico dei poligami in quanto simbolo di una “mentalità discriminatoria nei confronti dei precetti coranici”.
Egli ha quindi denunciato il fatto che queste norme rischierebbero di “attizzare l’odio popolare contro i musulmani tradizionalisti” e le ha poi indicate come un tentativo delle autorità di Berlino di “assoggettare le minoranze etniche e religiose alla Leitkultur, ossia alla civiltà dei colonialisti bianchi”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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