In un villaggio nella regione di Primorsky è stato trovato senza vita il corpo di un ufficiale importante, veterasno della Cecenia, il tenente colonnello Roman Malyk, 49 anni, responsabile della mobilitazione dei riservisti russi da destinare alla guerra in Ucraina. Lo hanno trovato impiccato nel cortile della sua abitazione la sera del 14 ottobre. Aperta un’indagine, con le circostanze della morte ritenute sospette dagli inquirenti, che però non escludono il suicidio.
La famiglia e gli amici non credono al gesto volontario, definendolo "un uomo forte e coraggioso". Il Cremlino, com'è stato reso noto alcune settimane fa, intende chiamare alle armi fino a 300 mila uomini da utilizzare in Ucraina. La decisione ha indotto migliaia di russi a fuggire all’estero. Molti cittadini russi protestano e cercano, come possono, di far sentire la propria rabbia: sino ad ora 70 uffici per il reclutamento, sparsi sul vasto territorio della Federazione russa, sono stati bersagliati dal lancio di bottiglie molotov.
Secondo quando disposto dal ministero della Difesa saranno arruolati solo coloro che abbiano già prestato servizio militare, hanno specializzazioni ed esperienze di combattimento. Ma sono numerosi i casi di persone richiamate senza essere in possesso di tali requisiti. Questo, ovviamente, genera malcontento e grande frustrazione tra la popolazione.
Il presidente russo Putin ha preso atto che vi sono stati degli errori nelle procedure di mobilitazione, ed ha chiesto che le sviste fossero corrette, così alcuni arruolati senza requisiti sono stati rispediti a casa. Ma non si hanno stime precise di quanti siano i non idonei costretti a indossare di nuovo la divisa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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