Sulla stampa di mezzo mondo l'hanno già bollata come una clamorosa gaffe: eppure riesce difficile pensare che sia solo un caso che la Marina imperiale giapponese abbia deciso di varare la nuovissima portaerei "Kaga" con lo stesso nome di una delle unità che prese parte all'attacco di Pearl Harbor.
Era il 7 dicembre del 1941, quando la flotta giapponese attaccò proditoriamente - e senza dichiarazione di guerra - la base navale statunitense delle isole Hawaii. L'episodio avrebbe causato l'intervento nel conflitto delle due superpotenze affacciate sul Pacifico, rendendo la Seconda guerra davvero mondiale. Il resto è storia: l'attacco mutilò gravemente la forza navale Usa, ma l'assenza di portaerei nella base consentì agli States di mantenere un margine di manovra nel Pacifico, fino alla vittoria finale del 1945.
Da allora il Giappone, a lungo occupato proprio dalle forze armate statunitensi, ha da sempre abdicato all'antico ruolo di superpotenza, rinunciando alle grandi flotte che aveva sempre dispiegato fin dal 1860. Sotto la guida del premier Shinzo Abe, il governo del Sol Levante si prepara ad archiviare la costituzione "pacifista" imposta alla fine della guerra proprio dagli Usa. Non solo: con il varo della Kaga aumenta ulteriormente il tonnellaggio della propria flotta e si permette per di più di aggirare i vincoli costituzionali definendo "cacciatorpediniere porta-elicotteri" quella che ha tutta l'aria di essere una vera e propria portaerei. Lunga 248 metri, ha un equipaggio di 470 uomini, in futuro trasporterà i caccia-bombardieri stealth Usa, F-35.
La nuova unità - ribattezzata, curiosamente, proprio "Kaga" - entrerà in servizio dal 2017, la quarta portaerei della flotta nipponica
(l'Italia ne può schierare appena due, il "Cavour" e il "Garibaldi", ndr). Il "Kaga" verrà impiegato, tra l'altro, per fronteggiare i conflitti territoriali con la Cina per l'attribuzione di alcune isole minori.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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