Giordania, apre la prima palestra di autodifesa femminile del Medioriente

Fondata in Giordania la prima palestra di autodifesa femminile in Medioriente. Lina Khalifeh, cintura nera di Taek Won Do, insegna alle donne arabe come difendersi da aggresioni e molestie sessuali

Giordania, apre la prima palestra di autodifesa femminile del Medioriente

Uomini arabi avvisati: è nata la prima (e finora unica) palestra di autodifesa femminile in Medioriente.

La fondatrice è Lina Khalifeh: 32enne, giordana e cintura nera di Taek Won Do. Nella palestra di Lina ad Amman, la capitale della Giordania, è vietato l'ingresso agli uomini. È un'oasi protetta, ottenuta a fatica, in cui le donne di qualsiasi età, estrazione sociale e culturale, possono imparare a difendersi dalle aggressioni.

"Il punto non è tirare pugni, ma proteggersi da quelli altrui, fisicamente e psicologicamente", spiega Lina Khalifeh. Secondo uno studio del sociologo Diab M. Al-Baydaneh, riporta La Stampa, il 45% delle giordane ha subito violenza durante l’infanzia, il 55% ne è stato testimone, il 93% ritiene normale obbedire ai propri uomini.

"Ho cominciato a pensare alle donne nel 2010, quando la mia amica Sarah mi rivelò di essere stata abusata dal padre e dal fratello", ha raccontato la combattente giordana. Così 7 anni fa, inizia l'avventura di Lina, dalla cantina dei genitori attrezzata per l'allenamento: guantoni, sacchi, ring, tappeto da arti marziali. Il business funziona e 2 anni dopo, la 32enne specializzatasi in marketing aziendale, riesce finalmente a spostare la sua attività in una palestra vera e propria che chiama “SheFighter”.

L'iniziativa ha successo e arrivano i premi e riconoscimenti importanti, nonché i complimenti dell’ex presidente americano Barack Obama durante il Global Entrepreneuership Event del 2015 alla Casa Bianca. Sei mesi fa Lina è salita trionfalmente sul palco del One Young World Summit Ottawa con il premier Trudeau e l’attrice Emma Watson. "Finora ho addestrato oltre 12 mila donne di diversa estrazione sociale e culturale, soprattutto adolescenti - precisa soddisfatta Lina - ultimamente lavoro con le rifugiate siriane in Giordania e in Turchia, ne ho allenate almeno duemila"

Un successo che varca i confini del Medioriente: la fondatrice di "SheFighter" viene chiamata a tenere seminari in tutto il mondo. La violenza contro le donne è la reazione di un mondo patriarcale in guerra con la modernità com’è quello islamico, ma è anche un tema globale al pari degli stereotipi di genere. "Sebbene il 70% della mia attività si svolga in Medioriente, mi chiamano in molti altri paesi - racconta Lina - Ho una rete di trainers che arriva ovunque. Mi finanzio al 90% con le quote dei membri e con i seminari a pagamento, nei casi come quello delle rifugiate siriane in cui i seminari sono ovviamente gratuiti mi aiutano organizzazioni non governative tipo 'Un ponte per...'”.

In questi anni Lina Khalifeh ha incontrato le ragazze di “Tahrir Bodyguard”, il servizio d’ordine femminile che durante le manifestazioni della primavera araba ha cercato di proteggere le egiziane dalle molestie sessuali, di cui il Cairo detiene il primato mondiale.

È anche in contatto con le attiviste che denunciano la violenza misogina in Arabia Saudita attraverso l’hastagh #BreakYourSilenceSpeakUp.

Il suo obiettivo è ambizioso: “Vorrei moltiplicare le sedi della mia palestra, sogno di raggiungere 10 milioni di donne”.

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