Bella come solo le dive del passato sapevano essere, Sharon Tate dormiva leggiadra in finissime lenzuola di seta, quando il diavolo bussò alla porta della sua stanza, e ignorando ogni sua disperata preghiera, la trafisse con efferata, atroce, abominevole cattiveria. Era la notte del 9 agosto di 51 anni fa; la notte in cui il diavolo si mostrò all'America, scuotendo per sempre quella che fino ad allora era la valle incantata di Beverly Hills.
Aveva 26 anni, una carriera promettente ad attenderla, e custodiva un bambino nel suo grembo di giovane diva: il frutto dell'amore con il regista Roman Polański. Ma ciò non bastò fermare i "seguaci di Manson", che di fronte a qual tondo ventre pieno d'otto mesi di vita, non seppero trattenere la loro foga omicida. Affondando il coltello per guadagnarsi l'inferno. "Per favore, ti chiedo solo qualche giorno. Ti prego, lasciami vivere ancora due settimane", pare abbia implorato la giovane Tate, sperando di muovere a compassione i suoi assassini per poter dare alla luce quel figlio e rendere, almeno a lui, salva la vita. Non vi fu alcuna compassione.
Susan Atkins, detta "Sadie", la trascinerà seminuda nel salone e le annuncierà il suo immondo verdetto: "Senti, tu stai per morire, e io per te non provo nessuna pietà" - era "strafatta di acidi" e "non ne poteva più di sentirla implorare", rivelerà in seguito. Era madre anche lei, di un bambino di due anni, quando all'epoca dei fatti, nel 1969, ne aveva appena 21. Saranno 16 le pugnalate che verranno inflitte al corpo della Tate. Cinque le mortali. Con il suo sangue scriveranno "Pig" (maiale, ndr) sulla porta. Accanto al suo cadavere, nella sontuosa villa che troneggiava al numero 10050 di Cielo Drive, verranno trovati i corpi di altre tre persone: il parrucchiere Jay Sebring; il regista polacco Wojciech Frykowski, amico di Polánski; la sua compagna Abigail Folger. Fuori dal cancello della villa, forse ignaro delle bellezza che l'abitava, giaceva invece il corpo esanime di Steve Parent, appena diciottenne. Un ragazzo delle consegne che si trovò al posto sbagliato nel momento sbagliato, e per questo si meritò un colpi di pistola sparato a bruciapelo dagli altri seguaci del diavolo. Perché insieme a Sadie, c'erano anche Charles Watson, detto "Tex", e Patricia Krenwinkel, altri due adepti di Charles Manson: uno sbandato, nato a Cincinnati 35 anni prima da una madre alcolizzata. Uno che sognava di fare il cantante ma finirà soltanto per condurre una vita dissoluta, tra rifiuti, riformatori, letture di manuali di Scientology da riproporre ad altri sbandanti e abuso di droghe sintetiche come l'Lsd.
Nonostante fosse presente allo scempio, sarà ritenuto responsabile in qualità di mandate dalle autorità, che attribuiranno a quella che passerà alla storia del male come la "Manson family" altri omicidi efferatissimi - compreso il duplice omicidio che verrà consumato la stessa notte e vedrà come vittime Leno LaBianca e sua moglie Rosemary. Durante la secondo strage, infatti, il diavolo era presente. Attendeva in macchina i suoi demoni. Verrà fuori che il mandante, che non conosceva nessuna di quelle donne e di quegli uomini che sarebbero stati trovati l'indomani in una pozza di sangue, voleva solo vendicarsi di un'esistenza da fallito riscattata circuendo menti deboli ed esaltate dall'abuso di droghe psichedeliche.
Di quella banda di demoni, due hanno fatto ritorno all'inferno: Manson e Sadie sono trapassati mentre scontavano l'ergastolo - dal momento che la California aveva appena abolito la pena di morte -, uno nel 2017, l'altra già nel 2009. Tex Watson e Patricia Krenwinkel invece attendono ancora di lasciare questo mondo.
Attendono in due diversi penitenziari della California, che non hanno mai lasciato dall'incarcerazione annenuta 1971. Non si sono mai pentiti di aver reciso un fiore della terra come dispetto a un'esistenza che prometteva soltanto scempio e mediocrità. Cambiando per sempre il volto di Hollywood.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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