In Cile, l’esecutivo ha in questi giorni varato una stretta nei riguardi dei migranti stanziati sul territorio nazionale. Il piano del governo mira infatti a rimpatriare migliaia di clandestini da anni residenti nel Paese ed è stato presentato dal presidente conservatore Sebastián Piñera come uno strumento adeguato a ripristinare “legalità e sicurezza” all’interno dei confini nazionali.
La recente iniziativa anticlandestini promossa dalle autorità di Santiago mira a costringere gli stranieri irregolari a scegliere, entro la fine dell’anno, tra due alternative: il rimpatrio volontario o l’espulsione con accompagnamento alla frontiera. Ai migranti che sceglieranno la prima opzione il governo cileno pagherà un volo charter di sola andata verso le rispettive nazioni di origine. Coloro che opteranno per il rimpatrio volontario saranno però obbligati a non rimettere piede in Cile per ben nove anni. Secondo le autorità, i commissariati di polizia sarebbero già stati contattati da “centinaia” di irregolari desiderosi di essere rimpatriati mediante i voli pagati dallo Stato. L’esecutivo Piñera ha quindi annunciato che, all’inizio della prossima settimana, dovrebbe avere luogo il primo rimpatrio volontario. Un charter dovrebbe infatti decollare dall’aeroporto della capitale carico di 176 clandestini haitiani.
La “linea dura” di Santiago in ambito migratorio è stata subito violentemente criticata da esponenti della sinistra cilena. Ad esempio, Michelle Bachelet, ex presidente socialista del Paese sudamericano e attuale Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha affermato che il piano predisposto dalle autorità cilene violerebbe il “divieto di deportazioni forzate” sancito dalla normativa internazionale sulle libertà fondamentali degli individui. Anche diverse ong pro-migranti hanno attaccato la stretta anticlandestini varata da Piñera.
Il Comité de Defensa de Derechos Humanos y Sindicales (Codehs) ha infatti etichettato come “disumana” l’iniziativa del governo, mentre la Corporación de Promoción y Defensa de los Derechos del Pueblo (Codepu) ha esortato i cittadini a mobilitarsi contro le “deportazioni di massa” promosse dall’esecutivo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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