Il governo di Emmanuel Macron ha ultimamente manifestato divisioni interne riguardo al tema del velo islamico indossato dalle donne che accompagnano bambini in gita scolastica.
Le differenti prese di posizione emerse all’interno dell’esecutivo di Parigi, dettate dai diversi retroterra politici degli esponenti de La République en marche, sono state scatenate da un recente episodio verificatosi all’interno del consiglio regionale della Borgogna-Franca Contea. I rappresentanti locali del partito sovranista Rassemblement National, riporta The Daily Telegraph, hanno infatti inveito contro una donna intenta ad accompagnare dei minori in visita guidata nella sede dell’assemblea in questione. Alla base dell’astio dei consiglieri regionali lepenisti vi era il fatto che tale signora, mamma di uno dei bambini partecipanti alla gita, avesse il capo coperto da un velo tradizionale islamico. La richiesta dei politici nazionalisti, capeggiati dal consigliere Julien Odoul, che la mamma si togliesse tale indumento poiché si trovava in un edificio pubblico, e quindi aconfessionale, è stata alla fine respinta dal presidente dell’assemblea regionale.
Sull’episodio anti-velo è immediatamente intervenuto Jean-Michel Blanquer, ministro dell’Istruzione, che, dopo avere pubblicamente condannato qualsiasi gesto diretto a umiliare una donna, ha però etichettato come “inopportuno” l’indossare il velo islamico durante le escursioni scolastiche.
Egli, di formazione politica gollista, ha ribadito tale concetto affermando: “Indossare il velo in quelle occasioni è una pratica che non va assolutamente incoraggiata. In parole povere, le idee sul ruolo della donna nella società simboleggiate da quel vestiario non sono compatibili con i nostri valori”.
Una posizione analoga a quella di Blanquer è stata poi adottata da Bruno Le Maire, attualmente titolare delle Finanze e già ministro ai tempi della presidenza Sarkozy, che ha tuonato: “Il velo non è auspicabile nella nostra società”.
Altri membri del governo Macron, quelli con un passato politico a sinistra, hanno invece manifestato concezioni opposte circa l’usanza delle donne musulmane di girare in pubblico con il capo avvolto in un hijab. Ad esempio, la portavoce dell’esecutivo, Sibeth Ndiaye, ex militante socialista, ha definito “positivo” il fatto che le mamme accompagnino i loro bambini in gita coperte dal velo. Affiancare signore velate a persone vestite all’occidentale contribuirebbe appunto, a suo avviso, a migliorare la reciproca conoscenza tra culture differenti.
L’opinione pro-hijab della Ndiaye è stata condivisa da Cédric O, sottosegretario di Stato all’Economia digitale nonché ex consigliere di François Hollande, che ha indicato il diritto di indossare il velo come protetto dai principi di laicità e tolleranza religiosa: “Ho preso parte a diverse gite in cui donne con il foulard accompagnavano bambini e non ho mai notato nel gesto di sfoggiare un velo alcun intento di proselitismo. Persone a capo coperto e non hanno condiviso in quelle escursioni tanti bei momenti e si sono rispettate a vicenda. Questa è la laicità, non il razzismo ottuso di Julien Odoul”.
A favore della libertà delle mamme di prendere parte alle gite avendo intorno alla testa un hijab si sono schierati inoltre il deputato ex socialista, ora membro de La République en marche, Aurélien Taché e un gruppo di 90 celebrità francesi di religione musulmana. Questi ultimi, capeggiati dall’attore Omar Sy, hanno quindi bollato le recenti critiche alla pratica di indossare il velo tradizionale come “odio verso l’islam”.
Finora, Macron non ha aperto bocca sulla questione del hijab sfoggiato durante le gite scolastiche e sulla libertà religiosa, ma, a detta di alcuni componenti dello staff presidenziale citati sempre da The Daily Telegraph, egli avrebbe intenzione di pronunciare a breve un discorso proprio sulla laicità.
Tuttavia, l’opinione del capo dello Stato può essere facilmente ricostruita andando a riascoltare alcune sue dichiarazioni rilasciate nell’ultima campagna elettorale, in cui il candidato de La République en marche condannava ripetutamente la propensione a biasimare le persone decise a esibire simboli della loro fede nel corso di gite scolastiche.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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