La Grecia nega l'estradizione per otto militari turchi

La corte suprema di Atene ritiene che per gli otto militari accusati di aver partecipato al golpe del 15 luglio non ci siano le garanzie processuali necessarie

La Grecia nega l'estradizione per otto militari turchi

La Grecia ha rifiutato l'estradizione di otto militari turchi fuggiti dall'Anatolia all'indomani del golpe fallito del 15 luglio scorso.

La Corte suprema di Atene ha stabilito che i militari scappati in elicottero verso la città greca di Alexandropoulis, nei pressi del confine terrestre con la Turcia, non sono estradabili perché nel loro Paese d'origine mancano le garanzie processuali necessarie.

Gli otto, che hanno chiesto asilo politico in Grecia, erano stati arrestati ma hanno negato qualsiasi tipo di coinvolgimento nel colpo di Stato. La suprema Corte ellenica ha chiesto per tutti loro l'immediata scarcerazione. La decisione dei magistrati greci è stata influenzata dalle presunte violazioni dei diritti umani in corso in Turchia: una motivazione in grado di superare anche il desiderio del governo di non incrinare i rapporti con Ankara.

La mossa del tribunale ateniese ha però dei precedenti: già altre tre corti elleniche avevano stabilito che la vita degli otto militari turchi sarebbe stata messa a repentaglio da un'eventuale estradizione in

patria e che pertanto sarebbero dovuti rimanere in Grecia.

Proprio oggi ad Ankara diplomatici greci e turchi si incontrano per un giro di consultazioni bilaterali; si attendono ora commenti da parte turca.

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