Grecia, ombre sul sondaggio che dava avanti il "sì", smentito dalla società

La Gpo, società che avrebbe realizzato il sondaggio: "Non abbiamo alcuna responsabilità per quelle cifre pubblicate dai media"

Grecia, ombre sul sondaggio che dava avanti il "sì", smentito dalla società

Che i sondaggi siano poco affidabili è ormai cosa nota. Non passa tornata elettorale in cui il giorno dopo non si cerchi di capire quale dei sondaggisti è andato più lontano dall'esito finale. Però una cosa è certa: un sondaggio reso pubblico a poche ore dal voto può influenzare - e non poco - le opinioni degli elettori. Può spingerli o meno a recarsi alle urne, facendogli intendere che il risultato è già scontato e dissuadendoli dall'andare alle urne.

C'è un motivo, infatti, se alcuni Paesi vietano la pubblicazione di sondaggi nei giorni precedenti il voto. In Grecia, invece, giovedì scorso il quotidiano Kathimerini ha reso nota una rilevazione sondaggistica che dava avanti il "" di almeno 4 punti percentuali. Il 47% dei greci infatti, avrebbe dovuto dare il suo appoggio all'Europa, mentre solo il 41% si sarebbe dovuto dichiarare favorevole alle idee di Tsipras.

Com'è noto, non è andta così, con il "No" che ha sfiorato quota 61%. Eppure quel sondaggio (sbagliato) ha fatto il giro del mondo, con numerosi quotidiani internazionali (anche italiani) che gli dedicarono non poco spazio nelle colonne delle edizioni cartacee e nelle home page dei siti internet. Un sondaggio su cui due giorni fa è calata l'ombra della manipolazione.

La società che il quotidiano greco citava come madre della rilevazione, sul suo sito ha pubblicato una dura nota con cui smentiva categoricamente di aver mai reso noto un sondaggio con simili risultati. "All’insaputa di GPO - si legge nel comunicato - e senza alcun coinvolgimento della società è stato reso pubblico sui media un sondaggio sul referendum del 5 luglio con riferimento al nostro istituto. GPO dichiara che non ha alcuna responsabilità per questo sondaggio e per questo esperirà tutti i mezzi legali per tutelare i propri interessi". E poi continua: "Annotiamo che la legge consente di informare i cittadini divulgando i risultati dei sondaggi. Ma questo deve essere fatto in modo responsabile e completo e con la partecipazione di aziende di sondaggi, come richiesto dalla legge. Questo deve applicarsi in ogni caso, e specialmente oggi che il popolo greco è di fronte ad una decisione critica".

Atene, alla fine, ha

votato in modo opposto a quel (falso) sondaggio. Su cui rimane un'ombra indelebile: diffondere la (falsa) notizia che il "sì" fosse in vantaggio serviva ad aiutare il fronte degli europeisti. Ma non è bastato.

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