Domenica la Grecia tornerà alle urne per la terza volta in un anno, in un clima d’incertezza sull’esito del voto. Quando il primo ministro Alexis Tsipras si è dimesso il 20 agosto, la sua riconferma alle urne appariva scontata. Ma i sondaggi mostrano ora un testa a testa fra il suo partito Syriza e i conservatori di Nuova Democrazia, che negli ultimi rilevamenti sono apparsi addirittura in lieve vantaggio. Molto dipenderà quindi dal voto degli indecisi e dall’affluenza alle urne.
Eletto in gennaio con il 36,4% in un clima di entusiasmo, Alexis Tsipras sembra aver perso parte del suo carisma dopo mesi di governo che non hanno prodotto i cambiamenti sociali promessi. Anche l’euforia della vittoria del No al referendum del 5 luglio, si è spenta di fronte alla realtà dei controlli sui movimenti di capitali e della necessità di una intesa con creditori europei, le cui difficili condizioni hanno portato ad una spaccatura di Syriza. Malgrado queste difficoltà, Tsipras sembrava però imbattibile quando si è dimesso con l’obiettivo di ottenere un mandato forte dalle urne. Il netto rifiuto dei vecchi politici emerso in gennaio sembrava infatti escludere un ritorno del partito Nuova Democrazia dell’ex premier Antonis Samaras.
Ma la vera sorpresa è stato Evangelos Meimarakis, che in luglio ha assunto la guida ad interim di Nuova Democrazia dopo le dimissioni di Samaras di fronte ai risultati del referendum. Apparentemente grigio, il 61enne ex presidente della Camera è risalito nei sondaggi scegliendo una linea populista di centro. Da una parte ha accusato Syriza di incapacità e di aver mentito agli elettori, dall’altra ha mostrato il volto rassicurante dell’uomo greco che si potrebbe incontrare in qualsiasi caffè, pronto a dialogare con le altre forze politiche all’insegna della stabilità e della scelta europea. Uomo d’apparato, ha trasformato in una forza il suo essere rimasto per anni fuori dalla ribalta dei media. E ora Nuova Democrazia potrebbe arrivare prima alle elezioni, assicurandosi il bonus di 50 deputati in più su un totale di 300 previsto dalla legge greca Comunque, nessuno dei due principali partiti - che i sondaggi indicano attorno al 27% - sembra poter pensare di governare da solo.
Meimarakis si è detto pronto ad allearsi anche Syriza per il bene della Grecia, ma Tsipras ha respinto questa ipotesi come "innaturale". Difficilmente l’ex primo ministro potrà allearsi nuovamente con il partito nazional conservatore Greci Indipendenti (Anel) dell’ex ministro della Difesa Panos Kammenos, il cui partito rischia di rimanere sotto la soglia di sbarramento del 3%. Resta quindi una coalizione con i socialisti del Pasok e il partito di centro sinistra To Potami, due formazioni che potrebbero allearsi anche con Nuova Democrazia.
Chiunque sia il vincitore, il nuovo governo greco si troverà comunque a dover affrontare le riforme comprese nel pacchetto di aiuti da 86 miliardi di euro concordato in agosto con i creditori europei, la ricapitalizzazione delle banche e la graduale uscita dai controlli dei movimenti di capitali. Un programma che potrà essere portato avanti solo dalle forze europeiste che in agosto hanno approvato in parlamento l’intesa raggiunta con l’Europa.
Gli ultimissimi sondaggi appena pubblicati in Grecia vedono Syriza in vantaggio su Nuova Democrazia. L’università di Salonicco per Skai tv vede Syriza al 31% contro il 28 di ND. Gpo per Mega tv assegna al partito di Tsipras il 28,5% contro il 26,0% dei conservatori.
Tsipras, che sta parlando dal palco di piazza Syntagma proprio in queste ore, ha detto:
"Tracciamo una linea che metta fine alla corruzione del passato e cambiamo la Grecia per i prossimi anni. Il governo della sinistra non è stata una piccola parentesi. Pensavano di spingerci verso la Grexit. Si sbagliavano".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.