Guerra segreta alle sanzioni. Missione di Putin in Italia

Si lavora per smontare il muro diplomatico che l'Europa ha costruito con Mosca. A partire dal vertice euroasiatico di Milano. Dove lo zar Vladimir vedrà Poroshenko

Guerra segreta alle sanzioni. Missione di Putin in Italia

Tornerà in Italia il 16 ottobre Vladimir Putin, e quel viaggio servirà a capire il vero stato dei rapporti fra la Russia e l'Europa dopo la crisi in Ucraina. Il capo del Cremlino sarà a Milano per il vertice Asem, che si tiene ogni due anni e coinvolge cinquanta leader europei e asiatici. Putin sarà ricevuto da Giorgio Napolitano, ma fonti russe non escludono la possibilità di un incontro privato e amichevole con Silvio Berlusconi, che in questi mesi non ha mancato di far sentire la propria voce contro la politica delle sanzioni economiche nei confronti della Russia. Al vertice euro-asiatico è previsto anche l'arrivo del presidente ucraino, Petro Poroshenko, il che alimenta in queste ore le ipotesi su una possibile stretta di mano fra i due dopo quella, per la verità un po' fredda, che si sono scambiati poche settimane a Minsk.

Lo scontro, a tratti duro, degli ultimi mesi non ha congelato tutti i canali che tengono unita la Russia all'Europa. Quattrocento uomini della marina militare si trovano da settimane a Saint-Nazaire per l'addestramento su una delle due navi di classe Mistral che la Francia sta costruendo per la Russia. La prima, chiamata Vladivostok, è uscita in mare per il collaudo il 13 settembre: se non ci saranno contrattempi arriverà al porto di San Pietroburgo entro la fine di novembre. L'affare è nelle mani del presidente francese, Francoise Hollande, che ha minacciato più volte di fermare la commessa, ma non ha ostacolato né rinviato la consegna delle Mistral alla Russia (dopotutto il valore complessivo dell'accordo supera il miliardo di euro). I diplomatici russi mantengono rapporti stretti anche con la Germania, che sinora ha avuto la posizione più netta nei confronti del Cremlino. Da un lato il ministro della Difesa tedesco, Ursula von der Leyen, ritiene possibile la presenza di militari europei in Ucraina, con la benedizione del cancelliere, Angela Merkel. Dall'altro, ampie sezioni del centrosinistra e del mondo industriale domandano insistentemente di interrompere le sanzioni per il bene dell'economia nazionale. Non bisogna dimenticare che un ex cancelliere, Gerard Schroeder, è così vicino al Cremlino da essere coinvolto in ogni progetto europeo di Gazprom, la società russa che ancora controlla la maggior parte delle esportazioni di gas.

Ma anche l'Italia è alla ricerca di un nuovo equilibrio su questo dossier. I dati economici degli ultimi mesi non permettono certo di rinunciare a un partner economico importante come la Russia, nonostante le posizioni filo-americane prevalgano all'interno del nostro governo. «La comunità internazionale ha bisogno della Russia», ha detto il premier, Matteo Renzi, nel suo intervento l'Assemblea generale dell'Onu, parole che non sono certo sfuggite agli osservatori più attenti. E non è sfuggito neppure il fatto che il governo abbia rifiutato di inviare un contingente italiano alle esercitazioni Nato chiamate «Rapid Trident» che si sono svolte in settembre al confine fra Polonia e Ucraina. Insomma, ogni schieramento politico, secondo approcci differenti, cerca in qualche modo di smontare la barriera diplomatica che l'Europa ha alzato con la Russia. In questo senso bisogna leggere anche il viaggio che il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, ha in programma a Mosca a partire dal 10 ottobre per mostrare sostegno alla comunità economica italiana, e forse anche a qualche industriale russo. Ma il suo viaggio presenta numerose incognite.

Escluso il progetto di fare tappa in Crimea, Salvini rischia di non vedere alcun rappresentante del governo russo per questioni organizzative. La possibilità più realistica è che sia ricevuto (in forma privata) da un diplomatico che ha prestato servizio in Italia e oggi occupa un incarico di responsabilità al ministero degli Esteri russo.

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