Ha chiesto di aprire la sua tomba ​per dimostrare che è ancora viva

Da 7 anni per lo Stato è morta: donna spagnola arriva a chiedere di aprire la sua tomba per dimostrare di essere ancora viva

Ha chiesto di aprire la sua tomba ​per dimostrare che è ancora viva

Per lo Stato è morta da 7 anni e non è servito neppure chiedere di aprire la sua tomba per dimostrare il contrario, perché in quella bara i resti della sua omonima non ci sono più. Vittima della spiacevole situazione è la signora Juana Escudero Lezcano che ha intrapreso da tempo una battaglia legale per tornare ad avere la possibilità di fare cose che ai più appaiono scontate, come rinnovare la patente di guida.

A darle la notizia è stato un medico del pronto soccorso, dove si era recata per una colica renale."L'ha guardata perplesso e infine le ha detto che sul computer risultava morta", ha raccontato la figlia a El Pais.Tutto questo perché nel cimitero di Malaga è sepolta una donna i cui dati corrispondono esattamente ai suoi: nome, cognome e data di nascita.

Per errore, l'identità della defunta è stata attribuita a lei. Sono passati 7 anni dal decesso ma la situazione sembra irrisolvibile: Juana non riesce a contattare i parenti della sua omonima e, quando ha contattato il cimitero di Malaga per chiedere di esumare il corpo ed effettuare un test del Dna, le è stato rivelato che nessuno aveva più pagato per occupare il posto, il loculo era stato svuotato e i suoi resti depositati in un ossario.

Non basta.

Oltre al danno, la beffa: "Per lo Stato sarò anche morta, ma per le banche sono viva e vegeta. Devo pagare con regolarità i miei prestiti, le ipoteche e persino un'assicurazione sulla vita".

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