Havana Club sbarca in Usa. Cuba ha vinto la sua guerra

L'ufficio statunitense sui marchi e le patenti ha autorizzato la statale Cubaexport ad usare il marchio 'Havana Club' negli Usa dal prossimo 27 gennaio

Havana Club sbarca in Usa. Cuba ha vinto la sua guerra

Cuba vince la sua 'guerra' sulla Bacardi/Martini per commercializzare il marchio 'Havana Club' negli Stati Uniti, paese che da solo consuma il 40% del rum che si beve nel mondo.

Mercoledì scorso l'ufficio statunitense per i marchi ed i brevetti ha infatti autorizzato la società cubana per l’esportazione a registrare il celebre marchio 'Havana Club' negli Usa che, dal prossimo 27 gennaio, sarà dunque un’esclusiva di Cubaexport anche a Washington. La storica decisione rappresenta una vittoria anche per il gruppo franco-cubano Pernod Ricard Havana Club Licores de Cuba che già distribuisce il celebre rum in oltre 100 paesi al mondo. Se infatti - come la stessa autorizzazione data con l’ok del Tesoro Usa lascia intendere – dopo il 27 gennaio venisse tolto l’embargo statunitense all’export cubano di rum, dopo decenni di ‘imitazioni’, finalmente anche gli statunitensi potranno bere in casa loro un rum 100% made in l’Avana.

Un po’ di storia aiuta a capire la querelle. Nel 1959 la famiglia Arechabalas - che produceva l’”Havana Club” e lo esportava negli States sin dagli anni Trenta - lascia Cuba a causa della rivoluzione castrista. Sempre nel 1959 Bacardi è espropriata delle sue distillerie cubane da Fidel Castro, sposta la sua sede alle Bahamas. Nel 1973 scadono i diritti sul brand della famiglia e, tre anni dopo, Cubaexport registra il celebre marchio negli Usa. Dal 1994 Bacardi inizia a produrre a Portorico un rum “Havana Club” che fa furore negli Usa, paese dove vince tutte le cause contro Cubaexport. Con l’avvicinamento tra Obama e Raúl Castro del 2014 le cose, però, adesso sono cambiate e potremmo presto assistere ad rivoluzione nel settore rum a stelle e strisce.

Certo, Bacardi si è detta "sconcertata dalla misura senza precedenti" del governo Obama e ha già promesso di far ricorso ma, dopo la decisione dell’ufficio marchi e brevetti Usa e l’ok del Tesoro Usa, questa storica battaglia legale sembrerebbe essere finalmente giunta in dirittura d’arrivo.

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