Hollande accusa il premier indiano: "Favorì azienda di un amico"

In India, gli esponenti dell’opposizione invocano le dimissioni di Modi e lo accusano di avere “tradito la Patria"

Hollande accusa il premier indiano: "Favorì azienda di un amico"

Il premier indiano Modi è stato accusato di corruzione direttamente dall’ex presidente francese Hollande. Il capo del governo di Nuova Delhi avrebbe esercitato pressioni per fare assegnare a un’azienda di proprietà di un suo amico una commessa miliardaria per la realizzazione di moderni velivoli militari. Modi aveva vinto le elezioni generali del 2014 proprio grazie a una feroce propaganda anticorruzione.

François Hollande, inquilino dell’Eliseo dal 2012 al 2017, è stato recentemente intervistato dal quotidiano on line Mediapart. L’ex capo dello Stato ha fornito numerosi dettagli sulla trattativa, avviata nel 2015, diretta a costituire un consorzio indo-francese per lo sviluppo di nuovi elicotteri e jet da guerra. I negoziati si sarebbero conclusi nel 2016 con l’intesa tra il colosso transalpino Dassault e un’azienda con sede a Mumbai, Reliance Group. Ad avviso di Hollande, la partecipazione di quest’ultima al consorzio sarebbe stata imposta alla controparte francese direttamente dal premier Modi. L’esponente del Bharatiya Janata Party (Bjp) non avrebbe concesso ai rappresentanti di Dassault alcuna possibilità di scegliere un partner alternativo con il quale dare vita al consorzio in campo militare. Le autorità di Nuova Delhi avrebbero esplicitamente condizionato la nascita di tale consorzio all’accettazione, da parte di Parigi, dell’ingresso di Reliance Group nel progetto mirante allo sviluppo di velivoli moderni.

L’ex inquilino dell’Eliseo ha dichiarato: “La delegazione francese non ha avuto la possibilità di avanzare obiezioni. È stato il governo indiano a caldeggiare la partecipazione di Reliance Group. Dassault, vista l’ostinazione delle autorità di Nuova Delhi, ha di conseguenza iniziato a prendere contatti con Ambani. Né il governo francese né i dirigenti di Dassault hanno mai avuto voce in capitolo durante la trattativa. Ci siamo limitati a negoziare con la controparte imposta direttamente dal governo indiano.” Anil Ambani, citato da Hollande nell’intervista, è un industriale indiano, presidente di Reliance Group nonché grande amico del premier di Nuova Delhi. In base alle rivelazioni del politico transalpino, Modi avrebbe quindi favorito un’azienda privata di proprietà di un suo sodale, facendola partecipare a un consorzio che sarebbe stato destinatario di una commessa militare di 8,7 miliardi di dollari. Grazie alle pressioni esercitate dall’esponente del Bjp, la società di Ambani, priva di esperienza nel campo della realizzazione di velivoli da guerra, avrebbe conseguito tale partecipazione a discapito del colosso statale indiano dell'aerospazio Hindustan Aeronautics Limited.

Le accuse di favoritismo avanzate da Hollande nei confronti del capo del governo di Nuova Delhi hanno scatenato un vespaio di polemiche nel subcontinente. Il Congresso Nazionale Indiano, principale partito di opposizione, ha subito invocato le dimissioni di Modi. Rahul Gandhi, presidente di tale formazione politica, ha tuonato: “Il Primo ministro ha rimaneggiato a piacimento l’accordo con la Francia. Ora, grazie a François Hollande, gli Indiani sanno che Modi ha fatto partecipare il bancarottiere Anil Ambani a un progetto miliardario nell'ambito della sicurezza nazionale. Il premier ha tradito l’India. Egli ha disonorato il sangue dei nostri soldati.” Anand Sharma, vicecapogruppo del Congresso Nazionale Indiano alla Camera alta del parlamento nazionale, ha affermato che Modi, dopo le rivelazioni fatte da Hollande, non avrebbe più alcuna “legittimità morale” per restare al potere.

Il capo del governo di Nuova Delhi non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali sulla vicenda. Il Ministero della Difesa indiano, in una nota, ha invece precisato: “Le accuse di favoritismo formulate da François Hollande a carico del governo nazionale sono attualmente oggetto di accurate verifiche.” I vertici dell’azienda francese Dassault, per il momento, negano di avere scelto Reliance Group quale partner per il consorzio militare dietro pressioni esercitate da Modi.

Eric Trappier, amministratore delegato della società transalpina, ha infatti dichiarato che la decisione di coinvolgere nel progetto il gruppo guidato da Anil Ambani sarebbe stata dettata da “ragioni esclusivamente di carattere industriale ed economico.”

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