Crolla il consenso per la guerra: il sondaggio che preoccupa Putin

Un sondaggio riservato del Cremlino riporta una situazione emblematica. Sempre meno giovani russi appoggerebbero la guerra in Ucraina

Crolla il consenso per la guerra: il sondaggio che preoccupa Putin

A quasi cinque mesi dallo scoppio della guerra in Ucraina la sensazione è che il conflitto sarà ancora piuttosto lungo. Proprio per questo, è interessante misurare il consenso dell’opinione pubblica russa sulla cosiddetta “operazione militare speciale” decisa dal Cremlino. Il popolo russo supporta ancora la mossa di Vladimir Putin?

L’opinione pubblica russa e la guerra in Ucraina

Un sondaggio riservato del Cremlino riporta una situazione emblematica, utile per pesare il consenso del popolo russo nei confronti della suddetta guerra. Nel dettaglio, il documento in questione - del quale è entrato in possesso Il Corriere della Sera - è stato prodotto da Vciom, una grande società di sondaggi controllata proprio dal Cremlino. Stiamo parlando di un paper non destinato alla pubblicazione, le cui slide erano state probabilmente tuttavia preparate per essere discusse in riunioni riservate al Cremlino o al ministero della Difesa.

Il sondaggio, datato 23 giugno 2022, si intitola: “Operazione militare speciale: aree problematiche”. Ebbene, secondo il documento il consenso generale attorno all’operazione militare attuata da Vladimir Putin starebbe iniziando a incrinarsi. O meglio: i russi starebbero ancora approvando il conflitto in Ucraina, ma una buona metà di loro vorrebbe che Mosca ponesse fine all’avventura militare sul territorio ucraino.

Dal punto di vista dell’età anagrafica, tra le generazioni più giovani le percentuali favorevoli allo stop della guerra risultano schiaccianti. Il motivo è semplice: i giovani sono potenzialmente i più esposti alla chiamata alle armi qualora la guerra dovesse continuare a lungo. E dunque ecco spiegata la loro apertura verso i colloqui di pace.

Trend e tendenze

Certo: un sondaggio è sempre sondaggio, e dunque offre uno spaccato parziale dell’opinione pubblica, fotografata in un dato Paese e in un dato momento. I risultati possono però essere indicativi di tendenze e trend.

I favorevoli all’operazione perpetuata da Putin raggiungono il 70%. Maggioranza schiacciante dunque? Siamo in calo rispetto al 72% rispetto al precedente sondaggio di Vciom datato 26 maggio e al 76% del 24 marzo. La percentuale resta elevata, ma la vera novità riguarda alcune fasce sensibili della popolazione.

La fascia compresa tra i giovani di 18 e 24 anni ha fatto raggiungere appena il 38% di sostegno per la guerra. Il 37% si dichiara contrario mentre il 23% ha trovato difficile fornire una risposta. Dall’altro lato, l’appoggio al l’operazione militare russa in Ucraina cresce sensibilmente (81%) tra i cittadini che si informano attraverso la televisione. Gli “utilizzatori attivi di internet”, invece, hanno fatto registrare un consenso del 45%.

Il peso delle sanzioni

L’appoggio alla guerra è sotto la media anche tra i ceti più poveri, intesi probabilmente come i cittadini delle città più esposti agli effetti delle sanzioni economiche occidentali. Arriviamo così alla slide numero 5, che sottolinea come già a giugno almeno la metà dei russi chiedesse di mettere fine alla guerra in Ucraina. “Ci sono diverse opinioni - si legge nel sondaggio -. Alcuni credono che ora per la Russia sia più importante condurre le operazioni militari in Ucraina, altri che sia più importante condurre negoziati di pace: qual è la sua opinione?”.

A questa domanda, il 44% degli interpellati ritiene “più importante combattere”, mentre un altro 44% preferisce la via della diplomazia e il 12% trova “difficile rispondere”. In ogni caso - ed è questo uno degli aspetti più interessanti del sondaggio - tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni, solo il 9% è favorevole a continuare la guerra: il 79% chiede di aprire subito negoziati di pace.

Importanti maggioranze più inclini a trattare che non a proseguire con la guerra si registrano anche nelle fasce 25-34 anni e 35-44. A quanti lare soltanto tra i più anziani, plasmati ancora dallo spirito sovietico, permane la volontà di continuare con la guerra.

Altri due appunti. Il primo: dal punto di vista geografico, le maggioranze favorevoli allo stop della guerra sono delineate nelle grandi città, Mosca e San Pietroburgo in primis. Il secondo: tra i sostenitori di Putin, il 36% degli intervistati ritiene più utile trattare che non proseguire con la guerra.

Come detto, un sondaggio prende in esame soltanto una parte della società e non

l’intera opinione pubblica nella sua interezza. Al netto di ogni possibile distorsione tecnica, la rilevazione citata contiene indicazioni ben precise che il Cremlino farebbe bene a prendere quanto meno in considerazione.

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