Oggi in Grecia, domani in Spagna. Questo il sogno degli spagnoli di Podemos, il partito di estrema sinistra euroscettico e da molti considerato vicino all'antipolitica populista. Una formazione che da qualche giorno risulta in testa ai sondaggi, con il 28,4% dei consensi.
Il dato è rilevante soprattutto in vista delle elezioni politiche di dicembre. Per ora dietro Podemos si classificano i socialisti del Psoe, con il 23,5% e i popolari del primo ministro Mariano Rajoy, con il 19,2%. Anche sommando le percentuali dei due maggiori partiti tra cui si divide tradizionalmente la scena politica spagnola, si otterrebbe appena un 42,7%: un dato comunque inferiore al 44% con cui i popolari vinsero le elezioni nel 2011.
In attesa dell'importante test elettorale delle amministrative di maggio, è interessante provare a capire da quali e quanti bacini elettorali tradizionali attinga i propri voti Podemos. Gran parte dei consensi provengono sicuramente da persone che in passato votavano socialista, mentre un'altra fetta di preferenze vengono sottratte ai comunisti di Izquierda Unida.
Podemos, che nel maggio scorso, quando sorprese tutti con l'8% alle Europee, era ancora un movimento, raccoglie l'eredità degli "Indignados", di cui riprende molte tematiche, dalla lotta ai privilegi della politica alla denuncia della corruzione. Molto del suo consenso deriva dalla personalità carismatica del leader, il giovane e anticonformista Pablo Iglesias (noto come "El Coleta", il codino, per via dei capelli lunghi).
Come ricorda La Stampa, nella crescita esponenziale di Podemos è probabile che abbiano giocato un ruolo importante, come la crisi economica, anche i sacrifici e i tagli imposti dal governo del popolare Rajoy (che, va detto, sta ottenendo ottimi risultati in campo economico, con una crescita prevista del Pil per il 2015 del 2,5% e la disoccupazione in calo).
Podemos e il suo leader Iglesias dicono di ispirarsi ai greci di Syriza e sperano con tutte le forze in un successo della formazione di Tsipras alle elezioni elleniche del 25 gennaio. A livello europeo si prospetta così un'alleanza transnazionale che mira a sfidare direttamente l'egemonia della Merkel e del Partito Popolare insediatosi alla guida della Commissione.
Se la crescita di Podemos dovesse continuare con i ritmi degli ultimi mesi, la Spagna potrebbe dover dire addio al bipartitismo per la prima volta dalla transizione democratica,
anche se il leader dei socialisti Pedro Sanchez giura di essere disposto a tutto pur di non dar vita a governi di larghe intese. Che pure sembrano andare tanto di moda, nel Vecchio Continente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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