Un ufficiale francese di stanza presso il comando NATO di Napoli è sospettato di aver trasmesso documenti "ultra sensibili" ai servizi segreti russi. Se così fosse, perché elementi del GRU girerebbero in Italia? E tutto ciò davanti una inconsapevole intelligence italiana?
Dalla Convenzione di Vienna alle regole non scritte
Il Ministro della Difesa francese Florence Parly ha confermato che “è in corso un'indagine per violazioni della sicurezza nei confronti di un alto ufficiale”. E’ stata Europe 1 a riportare che il militare francese avrebbe contatto una spia russa e passato a quest’ultima dati classificati. Secondo i media stranieri che per primi hanno riportato la notizia, i due potrebbero essersi incontrati sul suolo italiano. Se così fosse, perché elementi del Glavnoe Razvedivatel'noe Upravlenie o GRU (e, quindi, anche di altri Paesi) girerebbero in Italia? E tutto ciò davanti una inconsapevole intelligence italiana?
I riflettori accecano
Il tribunale dei social sembrerebbe aver emesso la sua sentenza, tuttavia sarebbe opportuno chiarire un punto: ogni ambasciata del mondo implementa nel suo organico anche dei funzionari dell'intelligence. I governi, considerando che tutti i Paesi lo fanno, "chiudono un occhio" su ciò che accade all'interno delle ambasciate in base ad un’intesa non scritta. Tuttavia questa comprensione arriva solo fino ad un certo punto: finisce se accade qualcosa di palesemente illegale (ecco perché ogni tanto sentiamo parlare di espulsione di diplomatici). Finisce quando si supera il confine diplomatico-spia.
Non scopriremo mai le dinamiche che hanno portato all’arresto del militare francese, ma in questa vicenda il ruolo dell’intelligence italiana potrebbe non essere stato quello di semplice spettatore. Anzi, potrebbe essere stato proprio il contrario.
La possibile presenza del GRU nella delegazione russa inviata in Italia
Implementare elementi dell'intelligence nelle delegazioni ufficiali inviate all'estero é una prassi consolidata. Tali implementazioni non sono dettate da specifiche esigenze di "spionaggio", ma dalla costante osservazione del contesto. Osservazione che è sempre in corso. Sempre.
Se al seguito della delegazione russa in Italia (o perché no cinese o di altri Paesi) per fronteggiare il Coronavirus fossero stati implementati davvero elementi del GRU, non ci sarebbe da stupirsi. E se così fosse accaduto, la nostra intelligence ne avrebbe avuto pienamente contezza. Ed anche in quel caso, se così fosse avvenuto, non ci sarebbe nulla di strano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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