Bruxelles, identificato il terzo uomo del commando: è un giornalista pro immigrati

Il tassista, durante un interrogatorio, ha riconosciuto il terzo uomo del commando. È Faycal Cheffou, è un giornalista free lance: nei suoi articoli denunciava i maltrattamenti per gli immigrati musulmani

Bruxelles, identificato il terzo uomo del commando: è un giornalista pro immigrati

L'"uomo col cappello" ha un nome e un cognome. Il tassista, che ha portato i jihadisti all'aeroporto "Zaventem" di Bruxelles, lo ha riconosciuto durante un confronto visivo. L'uomo col cappello, che le telecamere di sicurezza hanno immortalato al fianco dei due kamikaze allo scalo belga, è Faycal Cheffou, un giornalista free lance che difendeva gli immigrati e accusava l'Occidente di maltrattare i musulmani.

Era stato fermato giovedì sera nel corso del blitz a Bruxelles, ma il suo ruolo e la sua identità non erano ancora chiari. Oggi, secondo quanto riportato da "Le Soir", nel corso del "confronto all'americana" in cui il conducente ha potuto vedere alcune persone sospettate, il tassista ha riconosciuto il terzo uomo del commando: si tratta di Faycal Cheffou. L'uomo era stato ripreso dalle telecamere dell'aeroporto di Zavantem accanto ai due kamikaze. Faycal Cheffou è l'uomo con il cappello e la giacca chiara.

Il fatto è stato confermato dai filmati delle telecamere di sorveglianza dell'aeroporto e di Place Meiser (nel quartiere di Schaerbeek) che hanno ripreso la sua fuga dopo l'attentato. L'uomo era già stato interrogato nei giorni scorsi, ma non aveva voluto collaborare. Ora, il suo arresto è stato confermato e la Procura lo ha accusato di partecipazione a gruppo terristico, omicidio a sfondo terroristico e tentato omicidio terrorista. Nella perquisizione della sua abitazione non sono state trovate armi.

Secondo una fonte affidabile de "Le Soir", Faycal Cheffou era un giornalista free lance attivista per i diritti dei migranti. In passato, aveva fatto diverse inchieste sulle condizioni di alcuni musulmani e immigrati irregolari fermati in Belgio durante il Ramadan. Secondo quanto riferisce il quotidiano "Derniere Heure", invece, Cheffou ha denunciato, con alcuni video postati in rete, i maltrattamenti subiti dai migranti musulmani in un centro di detenzione per i clandestini. Inoltre, la polizia lo aveva sanzionato a più riprese peché lo aveva scoperto mentre faceva propaganda radicale islamica presso i richiedenti asilo. ll sindaco della città di Bruxelles, riporta "Le Soir", avrebbe denunciato più volte alla magistratura la sua "militanza" nei gruppi più estremisti.

Inoltre, secondo una fonte interpellata dal giornale, l'uomo sarebbe stato considerato "pericoloso" e sarebbe stato arrestato già diverse volte perché accusato di "reclutare persone per i movimenti radicali" tra i richiedenti asilo e gli immigrati regolari al parco Maximilien. Né la procura né la magistratura avevano tuttavia tenuto conto delle ripetute denunce contro di lui presentate dalle autorità municipali e lo stesso comune era ricorso nel settembre del 2015 a una sanzione amministrativa che gli impediva di avvicinarsi al parco

Il quotidiano belga la "Libre Belgique", riferisce che Cheffou sarebbe autore di un video del 15 luglio del 2014 in cui denunciava le condizioni di alcuni musulmani, immigrati irregolari, detenuti nel centro 127 bis in Belgio. In quel video, realizzato alle 1:46 del 15 luglio 2014 dall'esterno del centro a Steenokkerzeel (villaggio a pochi chilometri a est di Bruxelles, nei pressi di Zaventem), si sentivano le grida degli internati e Cheffou spiegava che essi protestavano perchè "privati del cibo". Il giornalista raccontava che nel centro i pasti venivano serviti tre volte al giorno, l'ultima delle quali alle 19 troppo presto per i detenuti musulmani che, essendo nel regime di digiuno imposto dal Ramadan tra l'alba ed il tramonto, potevano mangiare solo dopo le 22, quando i pasti erano già stati ritirati. Nel video Cheffou denunciava una "violazione dei diritti umani".

"L'Echo" e "Le Tijd" riferiscono che il nome completo dell'uomo fermato, ieri, alla fermata del tram di Schaerbeek è Abderahmane Ameroud. Si tratta di un franco-algerino, già condannato in Afghanistan per complicità nell'omicidio del comandante Massoud. Ora, è accusato di aver partecipato ad attività di un gruppo terrorista. C'è anche un terzo sospetto: Rabah N. (che ieri, nel comunicato diffuso dalla Procura era stato identificato come Salah A.).

L'uomo è accusato di attività terroristiche ed è ricercato in relazione al raid di Argenteuil, banlieu di Parigi, in cui le autorità francesi hanno arrestato un uomo, Reda Kriket, che stava progettando un attacco terroristico.

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