In India è recentemente esplosa una forte polemica intorno alla stretta antiterrorismo da poco disposta dall’esecutivo dell’Unione. La riforma promossa dal premier Modi mira ad ampliare i poteri dell’intelligence nazionale sul fonte della “sorveglianza informatica”.
In base alla legge entrata in vigore in questi giorni, 10 agenzie di pubblica sicurezza, soggette esclusivamente al controllo del primo ministro, potranno “intercettare e decriptare” tutte le informazioni e i dati personali presenti nella rete internet del subcontinente. L’esecutivo di Nuova Delhi, per bocca del ministro delle Finanze, ha presentato tale provvedimento come uno strumento “imprescindibile” per “prevenire attentati nel territorio dell’Unione”. Ad avviso di Arun Jaitley, titolare del dicastero in questione, la riforma consentirà infatti ai servizi segreti di “intercettare tempestivamente” le “comunicazioni tra terroristi” che hanno luogo tramite posta elettronica e piattaforme social.
La nuova legge è stata però subito bollata dai partiti di opposizione come un “attentato alla privacy delle persone”. Rahul Gandhi, leader del Congresso Nazionale Indiano nonché principale sfidante di Modi alle elezioni generali del 2019, ha definito il provvedimento in questione come “il primo passo verso la trasformazione dell’India in uno Stato-Grande Fratello” e ha poi etichettato il premier di Nuova Delhi come un “dittatore”. Anche le ong che si battono per la salvaguardia delle libertà civili hanno utilizzato parole molto dure all’indirizzo della misura varata dall’esecutivo nazionalista. Ad esempio, l’Internet Freedom Foundation of India, tramite una nota, ha accusato le autorità federali di volere avviare una “schedatura di massa”: “Per colpa della nuova legge, i servizi segreti potranno intercettare e trafugare milioni di dati suscettibili di rivelare le opinioni politico-religiose degli individui.
Una volta che queste informazioni saranno cadute nelle mani degli uomini di Modi, per quest’ultimo sarà un gioco da ragazzi pianificare raid e spedizioni punitive contro i suoi avversari politici e contro i simpatizzanti dell’opposizione. L’India è quindi in piena emergenza democratica.”- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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