Ora Trump fa tremare Biden: Stati Uniti con il fiato sospeso

Gli Stati-chiave sono ancora in bilico. Biden: "Possiamo vincere". Il presidente Usa attacca: "Vogliono rubarci il voto"

Ora Trump fa tremare Biden: Stati Uniti con il fiato sospeso

La battaglia per la Casa Bianca è sempre più accesa. L'America ha deciso e lo scrutinio per capire chi sarà il nuovo presidente degli Stati Uniti è iniziato in tarda notte (ora italiana) per proseguire nella giornata di oggi. E forse anche domani. La sfida in Usa è tra due personalità praticamente agli antipodi: Joe Biden e Donald Trump. Un duello tra due uomini che hanno un'idea completamente diversa degli Stati Uniti e della posizione americana nel mondo. E adesso si saprà chi ha fatto più presa sul popolo americano.

Affluenza record

I sondaggi hanno mostrato da sempre un Biden in vantaggio rispetto al presidente Trump. Pochissimi gli analisti che invece hanno dato per probabile o addirittura per certa una vittoria dell'attuale inquilino della Casa Bianca. I risultati definitivi non sono arrivati nell'arco di questa lunga notte elettorale. Il record dei voti per posta (102 milioni di elettori si sono espressi prima dell'Election day del 3 novembre) ha cambiato completamente il modo di leggere i risultati elettorali.

Quello che è abbastanza certo, è che se i democratici Usa hanno scelto in massa per il voto per corrispondenza, i repubblicani hanno preferito quello tradizionale recandosi alle urne: l'ondata rossa repubblicana, come definita da molti osservatori, potrebbe quindi essersi abbattuta sull'America proprio il giorno dell'election day. E si tratta dell'affluenza più alta dal 1908.

In ogni caso, anche se in numeri assoluti è probabile che Trump non abbia la maggioranza - come del resto fu anche nel 2016 - saranno gli Stati-chiave a decidere davvero la battaglia per la presidenza degli Stati Uniti.

Testa a testa nei primi risultati

I primi numeri ufficiali sono arrivati da Indiana, Kentucky, South Carolina, Vermont e Virginia. Dopo mezz'ora è il turno di West Virginia e Ohio, con quest'ultimo a poter già essere un primo ago della bilancia per capire chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti.

A mezzanotte si sono chiusi i primi seggi in Kentucky e Indiana da cui Trump ha incassato quindi i primi 19 grandi elettori. Chiusi anche i seggi in Georgia, South Carolina, Virginia e Vermont, primo Stato nettamente pro Biden.

Lo spoglio è poi proseguito in Florida e in Georgia. In quest'ultimo Stato, Biden appariva invece in testa ma con un vantaggio che è diventato sempre più sottile fino a che Trump ha saputo ribaltare il pronostico. Il West Virginia viene invece dato per certo come feudo repubblicano. Idem per il South Carolina che sembra saldamente in mano rossa. Dubbi ancora sul North Carolina, che potrà invece rivelarsi importantissimo.

La Florida conferma Trump

Miami sorride al presidente uscente. La Florida, dopo molte ore di attesa, si è ufficialmente colorata di rosso, confermando una tendenza che si era vista già dopo la prima ora di spoglio. Lo staff di Biden ha annunciato alla stampa di considerare praticamente perso lo Stato oceanico ma di non considerarlo come l'inizio di una tendenza valida per tutti gli Stati del Sud. La campagna di Trump ha invece annunciato già la vittoria.

La vittoria di Trump in Ohio

Il candidato democratico, Joe Biden, è apparso all'inizio in netto vantaggio in uno degli Stati più in bilico delle elezioni: l'Ohio. Poi le cose sono cambiate. Il conteggio dei voti ha assegnato a Trump una vittoria rotonda, confermando la tradizione favorevole dei repubblicano.

Lo Stato ha un'importanza capitale per l'elezione alla presidenza: i grandi elettori messi a disposizione del Paese sono 18. Per il Gop, la vittoria in Ohio è di primaria importanza. Dai tempi di Abraham Lincoln fino alla più recente vittoria di Trump, nessun candidato repubblicano ha raggiunto la presidenza senza passare per la conquista di questo Stato. Con circa la metà dei voti scrutinati, Biden sembrava vicino al 54% delle preferenze mentre Trump si sarebbe assestato sul 43%. Ma il corso dello scrutinio ha poi ribaltato il risultato.

I feudi repubblicani confermati

Nessuna sorpresa in Tennessee, Alabama, Missouri e Oklahoma, dove il presidente uscente Donald Trump risulta vincente con un netto margine rispetto al suo sfidante democratico. Confermato anche l'Arkansas in mano repubblicana, idem il Mississippi.

Per i repubblicani, conferme arrivano anche dalla fascia centrale degli Usa, in particolare da Nord e Sud Dakota, Nebraska e Wyoming. Trionfo in Kansas, dove si preannunciava un duro testa a testa, così come nello Utah.

I dem tengono le roccaforti

Connecticut, Illinois, Maryland, Massachusetts e New Jersey non dovrebbero dare incertezze. Le prime proiezioni pubblicate dalla Associated Press ha ribadito la netta prevalenza dei democratici, confermando il muro blu di questi Stati. Stessa sorte per il Colorado, da subito confermato blu.

Lo Stato di New York saldamente nelle mani dei dem, con i primi scrutini che danno Biden addirittura oltre il 70% delle preferenze.

Il Texas si tinge di rosso

Il nodo per il futuro degli Usa è passato anche in Texas, dove la vittoria di Biden sembrava dare un impulso molto importante al rappresentante dem. La vittoria invece è andata al presidente uscente, confermando quel rapporto speciale che da sempre Trump ha voluto costruire con i texani.

La Pennsylvania ha in mano il destino Usa?

Come riportato da Piccole Note, è in Pennsylvania che si gioca una larga detta del destino degli Stati Uniti d'America. Con il conteggio dei voti fermo per il voto per posta, il presidente uscente appare in vantaggio confermando la possibilità che sia qui, nello Stato-chiave per eccellenza, a decidere il futuro della Casa Bianca.

Il nodo resta però la quantità di schede giunte per corrispondenza. Pennsylvania, Wisconsin e Michigan sembrano destinate a decidere chi sarà il vincitore della corsa alla Casa Bianca, ma lo spoglior porcede molto a rilento. Secondo indiscrezioni del Guardian, potrebbe attendersi addirittura fino a venerdì per lo spoglio dei voti per corrispondenza. Sono congelate, solo in Pennsylvania, più di 270mila schede.

I seggi nella costa Ovest

Alle 5 del mattino (ora italiana) sono iniziati ad arrivare i primi dati anche dalla costa del Pacifico. In larga parte voti scontati: California, Oregon e Stato di Washington vengono considerati da sempre roccaforti democratiche e molto difficilmente ci si aspettano sorprese. Le tre vittoria possono essere decisive per le sorti delle elezioni visto il tesoretto di grandi elettori che vengono portati in palio da questi Stati: California (55 grandi elettori), Oregon (7 grandi elettori) e Washington (12 grandi elettori) possono rovesciare le sorti del voto. Voto democratico assicurato per le Hawaii. L'Alaska sembra invece riconfigurarsi repubblicana.

Arizona e Nevada aghi della bilancia

Lo spoglio dei voti in Arizona e Nevada, all'inizio dati per certi a Biden, può essere fondamentale al pari di quello della cosiddetta Rust Belt.

Attualmente entrambi gli Stati sono in bilico, pur confermando un vantaggio del candidato democratico. L'Arizona, in particolare, rischia di essere fatale per il presidente Trump, che vedrebbe perdere uno dei suoi trofei di caccia delle precedenti elezioni del 2016.

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