Iran, Victoria's Secret bersaglio di chi è contro l'accordo sul nucleare

Anche la biancheria intima di Victoria's Secret, comparsa in un negozio a Teheran, finisce sulla graticola dei critici dell’accordo sul nucleare

Iran, Victoria's Secret bersaglio di chi è contro l'accordo sul nucleare

Non tutti, in Iran, hanno apprezzato l'accordo sul nucleare. Oggi l'agenzia di stampa Fars, vicina alle Guardie della rivoluzione, pubblica la foto di un negozio di Teheran dove sarebbe comparsa della biancheria sexy di Victoria's secret. Nel commento si punta il dito contro questa "novità", e ci si chiede se sia di una "porta aperta alla lingerie americana che gli iraniani hanno bisogno" o di una vera soluzione dei loro problemi economici. "La fine del percorso dell’accordo sul nucleare - si legge - sebbene apparentemente un buon risultato per il popolo e il suo futuro, per il momento non ha avuto altri esiti se non l’ingresso di ristoranti e bevande Usa". E, si prosegue con amarezza, ora arriva addirittura la biancheria made in Usa, "ben lontana dalle preoccupazioni della gente".

L'agenzia sottolinea che di recente in Iran sono stati aperti i primi negozi del noto marchio americano, uno dei quali già un mese prima dell'entrata finale dell'accordo sul nucleare. Per invogliare i clienti si applicano sconti del 20%, ma (osserva polemicamente l'agenzia) i prezzi sono comunque dieci volte più alti di quelli dei prodotti locali.

La Guida suprema Ali Khamenei più di una volta ha messo in guardia gli iraniani contro il pericolo di "infiltrazioni" nemiche nella cultura e negli stili di vita.

E su sua precisa indicazione è stato disposto un blocco alle importazioni dei prodotti Usa, sia pure nell’ambito di una direttiva generale volta al sostegno dell’industria locale. In vista c'è un nuovo bando per mutande e reggiseni made in Usa?

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