"Al Baghdadi è stato avvelenato"

Giallo sulle sorti del leader dello Stato Islamico: secondo i media iracheni, al Baghdadi sarebbe stato avvelenato nei pressi di Mosul. E l'Isis non smentisce la notizia

"Al Baghdadi è stato avvelenato"

Il Califfo del sedicente Stato Islamico, Abu Bakr al Baghdadi, avrebbe subito un tentativo di avvelenamento. È questa la voce, non confermata, ma neppure smentita dai canali ufficiali dell’Isis, che circola sui media iracheni, mentre le forze della coalizione internazionale anti-Isis a guida Usa, stanno preparando il lancio dell’offensiva su Mosul, l’ultima roccaforte dello Stato Islamico in Iraq.

Al Baghdadi, che la settimana scorsa, per la prima volta dopo due anni, era di nuovo apparso in pubblico, nei pressi di Mosul, sarebbe stato avvelenato, assieme ad altri tre fedelissimi, in una casa nel villaggio di al Baaj, 90 chilometri a sud-ovest proprio di Mosul, nella provincia irachena di Ninive. Secondo fonti di intelligence del governo iracheno, citate dall’emittente televisiva al Sumaria, e dall’agenzia di stampa di Baghdad, al-Iraqnews, del veleno sarebbe stato introdotto nel cibo che il leader del Califfato islamico e tre suoi fedelissimi stavano consumando. Secondo le stesse fonti, i quattro, dopo aver riportato i primi sintomi di avvelenamento, sarebbero stati trasportati in una località segreta nei pressi di Mosul, per essere curati. Sulle sorti del Califfo però, non ci sono informazioni più precise. E non è la prima volta che il leader dell’Isis viene dato per ferito o addirittura per morto. Gli stessi media iracheni, infatti, ieri avevano riportato la notizia di un presunto ferimento di al Baghdadi in un raid aereo.

In attesa dell’offensiva per la liberazione di Mosul, alla quale, secondo le agenzie di stampa, per partire, manca solo il via libera del primo ministro iracheno Hayder al-Abadi, il leader del Califfato, al Baghdadi, secondo il sito d’informazione curdo “Rudaw”, avrebbe ordinato ai suoi miliziani di radere al suolo la città e di provocare il più alto numero possibile di vittime civili. Secondo un portavoce del Partito curdo dell’Unione Democratica, Said Mamuzini, citato da Rudaw, l’Isis starebbe cercando, infatti, di coinvolgere anche la popolazione civile nella difesa della città e, per questo “ogni giorno non mancano arresti e uccisioni” tra chi si rifiuta di combattere. Secondo il politico curdo attualmente a Mosul ci sarebbero “tra i 7 e i 10 mila” jihadisti.

Ma i capi e gli “emiri” dell’organizzazione, sempre secondo il sito, starebbero invece lasciando la città per dirigersi verso il confine siriano, forse per raggiungere Raqqa, portando con sé oro, denaro e reperti archeologici. Al Baghdadi avrebbe, infatti, ordinato ai miliziani dell’Isis, anche di “fuggire nel caso in cui dovessero rendersi conto di non essere più in grado di difendere la città”.

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