Isis, la madre di Jihadi John: "Riconobbi la voce dal primo video"

Un ex jihadista rivela alla Bbc: "Emwazi era freddo e solitario". E il fratello Omar faceva parte del gruppo "Mafia musulmana". Sostieni il reportage

Isis, la madre di Jihadi John: "Riconobbi la voce dal primo video"

"Ho riconosciuto la voce di mio figlio già nel primo video". La madre di Mohamed Emwazi, meglio noto come Jihadi John, lo aveva capito sin dall'inizio. Dietro alla macabra serie di decapitazioni realizzate per conto del califfo Abu Bakr al-Baghdadi c'era ( e c'è tuttora) il figlio. Lo aveva capito sentendolo pronunciare la condanna di morte per James Foley, il giornalista americano decapitato il 19 agosto scorso.

Il quotidiano kuwaitiano al Qabas dà conto degli interrogatori del padre di Jihadi John, Abdullah Abdul Karim Emwazi, un iracheno di 51 anni che vive e lavora in Kuwait dove è anche nato il 27enne informatico londinese. Da quando i media britannici hanno rivelato l'identità del miliziano dello Stato islamico, le autorità kuwaitiane hanno avviato una serie di interrogatori per far luce sulla rete e sulle parentele di Jihadi John. Da questo indagini, per esempio, è spuntato fuori che la madre del 27enne, una donna con nazionalità britannnica nata in Kuwait, quando vide il video della decapitazione, nonostante il boia fosse con il volto coperto, ne riconobbe la voce. "Questo è mio figlio, Mohammed", avrebbe urlato la donna prima di cadere preda di una crisi terrore. A quel punto in casa ci fu il panico. Il padre, invece, riconobbe la voce di Mohammed solo riascoltando il video.

Secondo un ex jihadista dell’Isis, che incontrò Jihadi John appena era arrivato in Siria nel 2012, Emwazi faceva di tutto per "apparire nei video dell’Isis". "Alcuni jihadisti lo ammiravano - ha raccontato - altri pensavano fosse uno sbruffone, sfruttato dallo Stato islamico". L’ex jihadista sentito dalla Bbc ha parlato della vita dei foreign fighter britannici nella cittadina di Atmeh, nel nord della Siria. La chiamavano "casa britannica o jihad a 5 stelle", ha raccontato l’uomo che lì ha incontrato Jihadi John per la prima volta. "Era freddo, non parlava molto e pregava solo con i suoi amici - ha spiegato - non si univa mai agli altri foreign fighter britannici". Secondo l’ex jihadista, Mohamed Emwazi "era stato scelto dai comandanti dell’Isis" per essere trasformato in un boia spietato con l’aiuto di "psicologi professionisti" al servizio della jihad.

Il ritratto di Emwazi tracciato dal suo ex commilitone contrasta con quello "dell’impiegato perfetto" fatto al Guardian da un suo ex datore di lavoro in Kuwait. "Era bravissimo con i clienti, calmo ed educato. Il miglior impiegato che abbiamo mai avuto", ha raccontato il capo dell’azienda di informatica per cui Jihadi John ha lavorato fino all’aprile del 2010, quando sparì dalla circolazione. E anche una sua ex insegnante alla scuola media Quintin Kynaston Academy lo ha ricordato come un allievo "tranquillo e piuttosto studioso" che non "ha mai creato grossi problemi".

Intanto è emerso che il padre di "Jihadi John fu accusato di aver collaborato con Saddam Hussein durante l’invasione del Kuwait. Sulla famiglia Emwazi stanno emergendo anche altre inquietanti informazioni. Il fratello minore Omar, per esempio, era un seguace dell’imam radicale Khalid Yasin a cui diceva di ispirarsi uno degli assassini del soldato britannico Lee Rigby.

Secondo il Daily Telegraph, Omar aveva scritto di ammirare il predicatore estremista sul suo profilo Facebook, che lui stesso ha cancellato poche ore dopo l’identificazione del fratello. Omar faceva inoltre parte del gruppo "Mafia musulmana", una gang di ragazzi che erano tutti nella scuola di Mohamed Emwazi, la Quintin Kynmaston, ora sotto inchiesta.

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