Isis, talebani e al Qaida in lotta per avere l'egemonia del terrore

Hanno un unico nemico, l'Occidente, ma le mire sono diverse. Così i gruppi jihadisti si spartiscono il terrore globale. Sostieni il reportage

Isis, talebani e al Qaida in lotta per avere l'egemonia del terrore

Carisma e aneddoti emozionali. Sono questi gli elementi sui quali i talebani afgani hanno insistito nel redigere una nuova biografia del loro leader supremo, il mullah Omar. Una vera e propria mossa propagandistica che suona più come un vano tentativo di contrastare la dilagante influenza dello Stato Islamico che un elogio al miliziano.

Negli ultimi mesi i talebani afghani hanno dovuto fare i conti con defezioni a favore dello Stato islamico, motivate anche dalla disaffezione rispetto al mullah Omar, che in Afghanistan non si vede dall’invasione guidata dagli Stati Uniti nel 2001 e che probabilmente è nascosto in Pakistan. Sulla sua testa il Dipartimento di Stato americano ha messo una taglia di 10 milioni di dollari. Così, nel 19esimo anniversario della sua nomina a leader dei talebani afgani, sul sito del gruppo è stata pubblicata una nuova biografia dei mullah Omar, che lo descrive ancora impegnato in "attività jihadiste" e smentisce le notizie circolate sulla morte. Nonostante sia "regolarmente braccato dal nemico - si legge sul sito dei Talebani - non sono stati osservati grandi cambiamenti nei lavori di (Omar, ndr) nell’organizzare attività jihadiste come leader dell’Emirato islamico". Il mullah Omar, si legge ancora nel documento, "segue accuratamente e valuta le attività contro gli invasori stranieri brutali e infedeli". Sottolineando la sua "personalità carismatica", la biografia evidenzia anche diversi aneddoti del valore del mullah Omar in battaglia, descrivendo i razzi Rpg come sua "arma preferita".

Il gruppo estremista afgano ha postato una biografia di Omar, molto dettagliata, descrivendo anche la sua vita personale e quella della sua famiglia, per diversi motivi strategici. Secondo Ahmad Sayedi, esperto di talebani, "il più importante è quello di contrastare l’influenza di Daesh (acronimo arabo per l’Isis, ndr) sui loro ranghi". "Questo annuncio - ha aggiunto Sayed - vuole anche dimostrare che Omar è vivo, sta bene e ha ancora il controllo dei Talebani in veste di leader supremo". L'operazione servirebbe anche a contrastare la decisione di al Qaeda di sciogliersi per confluire tra le truppe di Abu Bakr al Baghdadi. Il leader di al Qaeda, Ayman al-Zawahiri, avrebbe già sciolto le cellule locali del gruppo terroristico da ogni vincolo di fedeltà per lasciarle libere di allearsi con altre formazioni. In Siria il Fronte al Nusra, che fa capo proprio ad al Qaeda, avrebbe informato i connazionali di Ahrar al Sham e altri gruppi islamisti attivi in Siria di voler lasciare la rete terroristica sostenendo che l'organizzazione annuncerà prossimamente il suo scioglimento in concomitanza con il ritiro del successore di Osama bin Laden. I motivi della decisione potrebbero essere ricondotti alla ormai capillare diffusione dell'Isis non solo in Iraq e Siria, dove è stato proclamato il Califfato, ma anche in altri paesi, come la Libia, la Nigeria e lo Yemen, il Suidan, l'Indonesia, l'Egitto.

Tra al Qaeda e Isis, due gruppi terroristici della stessa filiera sunnita, c'è stato un iniziale fiancheggiamento che si è gradualmente trasformato in rivalità se non aperta ostilità, soprattutto in Siria. L'ascesa fulminea del Califfato potrebbe arrivare a inglobare le varie sigle in franchsing della rete qaedista fondata da Osama bin Laden per meglio combattere i comuni nemici: l'Occidente e gli sciiti. Al Qaeda ("la base", in arabo), è un movimento islamista sunnita di ispirazione wahabita nato nel 1989, alla fine della guerra in Afghanistan contro i sovietici. La caratteristica è sempre stata quella di una struttura che accentra le decisioni, ma decentra le azioni da parte delle varie cellule, come dimostrarono in modo lampante gli attacchi alle Torri Gemelle del 2011. Gruppi qedisti si sono diffisi in tutto il Nord Arica, nel Corno d'Africa e in Medio Oriente.

L'Isis è nato in Iraq come un'ala qaedista ai tempi della leadership irachena di Abu Musab Zarqawi che fu ucciso nel 2006.

Nella guerra contro Bashar al Assad in Siria, però, ha assunto un ruolo autonomo contrapponendosi agli altri gruppi ribelli mentre si rafforzava sotto la leadership di al Baghdadi. Lo strappo con al Qaeda è avvenuto nella primavera del 2013 quando lo Stato islamico ha cercato di affermarsi tra gli jihadisti anti Assad combattendo i qaedisti siriani del Fronte al Nusra.

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