Israele a 100mila palestinesi di Gaza: lasciate le vostre case. Hamas: no

Hamas non accetta la tregua ma Israele avverte: "Così la reazione sarà ancora più forte". Gli sforzi diplomatici vanno avanti: al lavoro Egitto, Turchia e Qatar

Israele a 100mila palestinesi di Gaza: lasciate le vostre case. Hamas: no
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Da stamani i raid dell'esercito israeliano nella Striscia di Gaza hanno colpito sessanta obiettivi, fa sapere un portavoce delle forze armate di Israele. Tra i luoghi colpiti postazioni di lanciarazzi, tunnel e infrastrutture di Hamas. Le Brigate Ezzedin al-Qassam, il braccio armato di Hamas, hanno fatto sapere che accettare la tregua proposta dall'Egitto sarebbe stato un atto di sottomissione: "La nostra battaglia contro il nemico - hanno minacciato - si intensificherà". Il premier israeliano Benjamin Netanyah per tutta risposta ha annunciato che l’esercito estenderà la propria offensiva. Come riferisce la radio militare il governo israeliano ha deciso di richiamare altri 8.000 riservisti. La scorsa settimana aveva già autorizzato l’arruolamento di un totale di 40 mila militari della riserva.

Israele ha chiesto a 100.000 palestinesi che vivono nella città di Gaza di abbandonare le proprie case. Sono stati utilizzati messaggi telefonici registrati per avvertire gli abitanti di due quartieri della città dove, secondo fonti dell’esercito, verranno intensificati gli attacchi. Ma Hamas chiede agli abitanti della Striscia di non lasciare le proprie case, denunciando una "guerra psicologica". Secondo il ministero dell’Interno di Gaza - come si legge su Ynet, il sito web del giornale israeliano Yedioth Ahronoth - "non c’è alcun motivo di preoccupazione né alcuna ragione per cooperare" perché si tratta di avvertimenti che "fanno parte di una guerra psicologica".

L'artiglieria israeliana ha aperto il fuoco verso alcune zone in cui ha in precedenza aveva ordinato lo sgombero, mediante volantini e messaggi pubblici. Fonti locali riferiscono di esplosioni a Beit Lahya, nel nord della Striscia, e a Sajaya, a est di Gaza City. In questo sobborgo diversi edifici sono stati centrati da proiettili, secondo la stampa locale. Da quelle aree, afferma Israele, sono stati lanciati numerosi razzi.

Al nono giorno dell’operazione "Barriera protettiva", il bilancio delle vittime a Gaza ha superato quota 200 e 1.500 feriti. Nel pomeriggio le agenzie battono la notizia che quattro bambini sono rimasti uccisi nel corso dei raid israeliani. Le vittime, riferiscono fonti palestinesi, sono state colpite da proiettili provenienti dal mare, probabilmente da una motovedetta, mentre si trovavano all’interno di una capanna sulla spiaggia di Gaza City, distrutta dall'attacco dell’aviazione.

Al bombardamento avrebbero assistito alcuni giornalisti dell’Afp che risiedono in un hotel situato a circa 200 metri dalla spiaggia.

Gli sforzi diplomatici

Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Mahmoud Abbas (Abu Mazen), oggi è al Cairo per colloqui con il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi. L’obiettivo della missione, come ha scritto l’agenzia di stampa palestinese Wafa, è arrivare al "successo dell’iniziativa egiziana" per porre fine alle ostilità. La visita di Abbas al Cairo è stata annunciata ieri dal portavoce della presidenza dell’Anp, Nabil Abu Rudeineh. Venerdì Abbas dovrebbe arrivare in Turchia per ulteriori colloqui e, come confermato da Abu Rudeineh, continuerà ad avere contatti con i "Paesi arabi" e a "livello internazionale" per uscire dalla crisi.

L’emiro del Qatar, Sheikh Tamim, si trova in Turchia dove ha incontrato ieri sera il presidente Abdullah Gul e il premier Recep Erdogan, nell’ambito degli sforzi compiuti da Doha per arrivare ad un cessate il fuoco a Gaza. Nel corso della breve visita di lavoro ad Ankara, fanno sapere fonti del governo di Doha, l’emiro qatariota ha discusso di diverse questioni regionali tra cui la guerra a Gaza.

Hamas chiede precise garanzie

Mushir al-Masri, dirigente del movimento islamico palestinese a Gaza, in un’intervista all’agenzia Xinhua dice che Hamas chiede precise "garanzie" da parte dei mediatori arabi e regionali prima di siglare un cessate il fuoco con Israele. "Negli ultimi giorni - ha spiegato - Hamas ha avuto molti contatti con paesi arabi e islamici per discutere della tregua. Turchia e Qatar stanno facendo molti sforzi per arrivare alla proclamazione di un cessate il fuoco". Nel pomeriggio il portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri, ha annunciato in una conferenza stampa che il suo movimento ha informato ufficialmente l’Egitto della decisione di rifiutare la sua iniziativa di due giorni fa per il cessate il fuoco con Israele. Secondo al-Masri, Hamas è interessato alla fine delle violenze, ma "prima del cessate il fuoco ci deve essere la garanzia che Israele sia obbligato a non violare un qualunque accordo di tregua". Al-Masri ha poi smentito le voci secondo cui il suo movimento e la Jihad islamica avrebbero presentato all’Egitto una bozza di accordo con Israele che prevede un cessate il fuoco di 10 anni. "Questo - ha detto - è uno di quei nonsense israeliani che vengono puntualmente pubblicati dai media".

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