Il parlamento israeliano ieri ha approvato la legge che legalizza circa 4.000 abitazioni di coloni costruite su terreni privati nella Cisgiordania occupata. Il provvedimento contravviene alle sentenze della Corte Suprema israeliana sul diritto di proprietà. Ed anche il procuratore generale di Israele l'ha definita incostituzionale. Approvata con 60 voti a favore e 52 contrari, la legge è stata sostenuta dalla destra della coalizione del primo ministro Benjamin Netanyahu, ma ha sollevato non poche tensioni nel governo. Il voto, infatti, è avvenuto su iniziativa di Naftali Bennet, leader del partito dei coloni israeliani, Bayit Yehudi (Focolaio Ebraico), contro la volontà di Netanyahu - di ritorno dalla visita in Gran Bretagna - che aveva chiesto di rinviarlo a dopo il 15 febbraio, data dell’atteso primo incontro con Trump alla Casa Bianca.
Scontata la reazione negativa dell'Anp, che definisce "inaccettabile" la legge. Nabil Abu Rudeina, portavoce del presidente Abu Mazen, ha detto che il provvedimento "è contrario alla Risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu 2334". E fa appello alla comunità internazionale ad intervenire prima che le cose raggiungano un livello "difficile da controllare". Oggi stesso Abu Mazen vedrà il presidente francese François Hollande, che qualche settimana fa aveva lanciato una conferenza di pace per il Medio Oriente senza però grandi risultati. Ieri sera l'Olp (Organizzazione di liberazione della Palestina) ha definito la legge un "furto legalizzato" di terre palestinesi, affermando che "la colonizzazione israeliana è un ostacolo alla pace e alla possibilità di una soluzione con due stati".
Una forte presa di posizione arriva dalla Turchia. È la quarta condanna di Ankara in meno di due settimane e arriva nel giorno in cui il ministro turco del Turismo, Nabi Avci, arriva a Tel Aviv per la prima visita ministeriale da sette anni. "Condanniamo con forza - si legge in un comunicato- l'adozione da parte del parlamento israeliano di una legge che approva vari insediamenti per un totale di 4.000 unità abitative costruite sulla proprietà privata dei palestinesi". Per il ministero, è "inaccettabile" che Israele svolga "attività illegali di insediamento nei territori palestinesi occupati, che distruggono le basi di una soluzione a due stati" e che agisca nonostante una risoluzione Onu di dicembre 2016 dichiari illegali queste attività.
Il segretario generale della Lega araba, Ahmed Abul Gheit, tuona contro la legge che fornisce "copertura al furto dei territori e al sequestro della proprietà privata dei palestinesi". L'organismo arabo definisce poi il testo come un ulteriore "episodio" nella "continua serie di politiche israeliane che distruggono qualsiasi possibilità di realizzare la soluzione a due Stati e stabilire uno Stato palestinese indipendente".
Il segretario generale ribadisce poi che la comunità internazionale ha già mostrato la sua posizione contraria a queste politiche, attraverso la risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu che condanna gli insediamenti israeliani e li considera un ostacolo per la pace. Infine, accusa il governo israeliano di essere "dominato dall'estrema destra" e di provare ad "annientare" la soluzione a due Stati.
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