Jeb Bush stronca la politica estera di Obama: "Incoerente e indecisa"

L'ex governatore della Florida, in procinto di candidarsi per la Casa Bianca, attacca a testa bassa la politica estera del presidente

Jeb Bush stronca la politica estera di Obama: "Incoerente e indecisa"

Gli Stati Uniti hanno perso la loro leadership nel mondo e la colpa è solo del presidente. Quella di Jeb Bush è una stroncatura bella e buona nei confronti di Obama. Non potrebbe essere altrimenti, visto che molti, nel suo partito, già lo accusano di essere troppo vicino ai democratici (specie in materia di immigrazione). Da un'anticipazione del discorso che terrà al Chicago Council on Global Affairs si legge che gli Usa devono riconquistare la leadership nel mondo. Si tratta del primo discorso che Jeb Bush fa su temi internazionali. L'accusa mossa nei confronti di Obama è quella di essere "indeciso e incoerente". Accusa resa ancor più grave da una constatazione: "La grande ironia di Obama sta nel fatto che proprio lui annunciò maggiore impegno in politica internazionale e ora lascia un'America meno influente". Come a dire, il cane che si morde la coda. Proprio nel punto in cui voleva eccellere Obama sta fallendo.

"Il mio obiettivo oggi - assicura Bush - è far riguadagnare all'America la leadership nel mondo". E attacca a testa bassa Obama, la cui amministrazione "è stata incoerente e indecisa. Abbiamo perso la fiducia e il sostegno dei nostri amici, non facciamo più paura ai nostri nemici". Dopo aver ricevuto anche l'endorsement che gli mancava, quello della mamma Barbara (l'ultima che, in famiglia, fino alla fine sembrava volesse scongiurare la sua discesa in campo), l'ex governatore della Florida ormai ha rotto gli indugi e procede a ritmo spedito nella sua campagna elettorale, in vista dell'inizio della sfida vera, quella delle primarie all'interno del Gop. Una sfida che si preannuncia durissima, con l'ala destra dei Tea Party che gli ha (già) dichiarato guerra.

Secondo le

anticipazioni raccolte dalla Reuters Bush avrebbe uno staff di venti persone, tra diplomatici, esperti di sicurezza e veterani, che hanno lavorato con i due Bush. Tra gli altri si segnalano James Baker, Paul Wolfowitz e Tom Ridge.

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