Jean-Claude Juncker ha lanciato un duro attacco verbale nei confronti della stampa libera. Ad avviso del presidente della Commissione Ue, il diritto di cronaca si sarebbe recentemente trasformato in una “violazione dei diritti fondamentali” delle personalità pubbliche. Egli stesso sarebbe una delle principali “vittime” dell’invadenza dei giornalisti, soprattutto di quelli britannici.
Intervistato dai media austriaci, Juncker ha invocato “limiti” al diritto di cronaca e ha accusato la stampa di avergli riservato, negli ultimi anni, una “attenzione morbosa”: “I giornalisti non rispettano affatto i diritti fondamentali degli attori istituzionali. Una volta terminato il mio mandato, questa attenzione mediatica morbosa proprio non mi mancherà.” Il leader europeo ha ribadito l’inviolabilità del diritto alla riservatezza e ha poi condannato l’invadenza delle inchieste condotte nei suoi riguardi dalla stampa, in particolare da quella britannica: “I media del Regno Unito sono stati particolarmente aggressivi nei confronti della mia privacy. Hanno costantemente attentato alla mia riservatezza. Non c’è giorno che non puntino il dito contro di me. Il diritto di cronaca non deve mai degenerare in violazione della sfera personale dei singoli.” Il presidente della Commissione ha infatti sostenuto che sarebbero stati proprio i giornalisti inglesi a etichettarlo come un “soggetto incline all’alcol”.
Dopo avere espresso tali commenti sulla stampa libera, il presidente della Commissione si è detto “ottimista” riguardo all’esito del negoziato sulla Brexit. Ad avviso di Juncker, l’accordo finale tra Londra e Bruxelles dovrebbe essere siglato “entro due settimane”. Parlando sempre dei rapporti tra Ue e Regno Unito, il leader europeo ha quindi espresso il proprio rammarico per non avere potuto partecipare in prima persona alla campagna referendaria sulla Brexit svoltasi nel 2016 in Gran Bretagna: “Se il governo Cameron avesse allora autorizzato gli esponenti della Commissione a prendere parte alle iniziative dei comitati filoeuropei, l’esito di quella ridicola consultazione sarebbe stato diverso. Se io e i miei colleghi commissari avessimo avuto la possibilità di partecipare ai dibattiti referendari del 2016, il buon senso e la ragionevolezza avrebbero prevalso sulla confusa propaganda dei Brexiteers. Purtroppo, Cameron disse che non dovevamo immischiarci e, di conseguenza, oggi i Britannici si trovano costretti ad affrontare difficoltà sempre crescenti e un negoziato sempre più sfiancante.”
Le esternazioni di Juncker sulla libertà di stampa e sulla campagna referendaria del 2016 hanno suscitato critiche e ironia nel parlamento britannico. Sia esponenti tory sia personalità eminenti del Labour hanno platealmente ridicolizzato le parole del leader europeo. Ad esempio, Sir Bill Cash, deputato conservatore, ha dichiarato: “Juncker è completamente impazzito. Le sue parole non sono nient’altro che grossolane stupidaggini.” Sdegno per i commenti del politico lussemburghese è stato espresso anche dal laburista Frank Field: “Le idee di Juncker circa la libertà di stampa e il responso del referendum sulla Brexit non faranno altro che accrescere il già profondo disinteresse dei cittadini europei verso i grigi e arroganti burocrati di Bruxelles.
” Un commento sulle parole del presidente della Commissione è stato rilasciato anche dall’ex Ministro greco dell’Economia, Yanis Varoufakis: “L’unica decisione intelligente presa da David Cameron è stata proprio quella di vietare a Juncker di partecipare alle iniziative dei comitati per il Remain. Se il presidente della Commissione fosse personalmente sceso in campo a difesa della permanenza di Londra nell’Unione, la Brexit avrebbe vinto non con il 51%, ma con l’80% dei consensi”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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