Kazakistan, a giugno un referendum storico

Il 5 giugno i kazaki saranno chiamati alle urne per dire la loro su un referendum epocale per il Kazakistan e, potenzialmente, per l'intera Asia centrale

Kazakistan, a giugno un referendum storico

A fine aprile, in concomitanza con la sessione annuale dell'Assemblea del Popolo del Kazakistan, il presidente Kassym-Jomart Tokayev annunciava ai membri di governo e all'opinione pubblica di aver avviato le pratiche per l'indizione di uno storico referendum avente quale oggetto il superamento dell'attuale Costituzione. Ora, a pochissimi giorni da quel comunicato, Tokayev ha fornito all'elettorato la data dell'epocale chiamata alle urne: il 5 giugno.

I kazaki alle urne

Nella giornata del 5 maggio, parlando ai kazaki in televisione, il presidente Kassym-Jomart Tokayev ha annunciato la data dello storico referendum – storico perché trattasi della prima chiamata alle urne di questo genere dal lontano 1995 –, cioè il 5 giugno. Nel comunicare la data, Tokayev ha dichiarato che il referendum "consentirà ad ogni cittadino di prendere direttamente parte allo storico evento che determinerà il futuro del Kazakistan".

Gli emendamenti al Testo fondamentale del Kazakistan, se approvati nella loro totalità, potrebbero effettivamente condurre alla profonda riscrittura del sistema istituzionale e della divisione dei tre poteri. Lo stesso Tokayev, del resto, ha spiegato in maniera breve ma concisa una delle più importanti implicazioni che avrebbe il passaggio degli emendamenti: la trasformazione del regime politico dall'attuale super-presidenzialismo ad un presidenzialismo affiancato da un parlamento stabile, forte ed influente. Una garanzia di democraticità.

Perché è importante

L'intenzione di Tokayev, in conformità con le promesse di rinnovamento fatte all'elettorato all'indomani della crisi di gennaio – promesse di rinnovamento profondo, fattivo e, non meno importante, celere –, è di alterare la Carta fondamentale per tramite di 33 emendamenti – cioè più di un terzo dell'intero corpo costituzionale – che riformino lo scheletro istituzionale e il sistema politico in direzione del parlamentarismo, della rappresentatività, della decentralizzazione e di una maggiore indipendenza del potere giudiziario.

L'evento sarà storico per due ragioni: una di tipo endogeno e una di tipo esogeno. L'endogena ha a che fare con il Kazakistan: per la prima volta dal 1995, anno del primo e sino ad oggi unico referendum costituzionale, i kazaki saranno chiamati ad esprimersi sulla modifica del Testo fondamentale. L'esogena, invece, ha a che fare con le potenziali ripercussioni dell'evento nell'estero vicino kazako: Nur-Sultan, in qualità di potenza-guida dell'Asia centrale postsovietica, è stata storicamente la centrale elettrica dei cambiamenti che hanno investito la regione.

Ne consegue che il referendum, pezzo di un più ampio e complesso "puzzle democratico" sul quale sta scommettendo Tokayev per evitare nuove escalation, alimentare una crescita arricchente e fare del Kazakistan un modello di società virtuosa dotato di

eco attrattiva, potrebbe avere un effetto domino sugli altri –stan, facilitando l'insorgere di simili fenomeni di apertura democratica e cambiamento – ad esempio nel contiguo Uzbekistan –, sebbene su scala (molto) ridotta.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica