Khashoggi, media turchi: torturato e fatto a pezzi da vivo

Secondo alcuni media turchi, il giornalista e dissidente saudita Khashoggi sarebbe stato torturato e fatto a pezzi nel consolato quando era ancora vivo

Khashoggi, media turchi: torturato e fatto a pezzi da vivo

Nelle ultime ore sono emersi nuovi agghiaccianti particolari sulla morte del giornalista e dissidente saudita Jamal Khashoggi, massacrato all'interno del consolato del suo Paese ad Istanbul.

Secondo quanto riportano i media turchi, che citano una registrazione audio effettuata proprio in quei momenti, l’uomo sarebbe stato fatto a pezzi mentre era ancora vivo ed in presenza del console Mohammed al-Otaibi, ripartito proprio ieri per Riad.

Quest’ultimo, non si sa se più preoccupato per le conseguenze dell’azione criminale o inorridito dal barbaro assassinio, avrebbe invitato i carnefici a commettere il delitto in altro luogo. Per tutta risposta, uno dei presunti killer avrebbe minacciato di morte lo stesso console, intimandogli di smettere con le sue proteste.

Secondo quanto riferito al Middle East Eye da un'altra fonte che avrebbe ascoltato la raccapricciante registrazione, il giornalista sarebbe morto in 7 minuti. Minuti di puro orrore, questi, durante i quali gli aguzzini, senza un minimo di pietà, gli avrebbero prima tagliato le dita durante le torture compiute nel corso dell’interrogatorio e poi lo avrebbero decapitato.

Ad un certo punto, le urla della vittima che riecheggiavano in ogni angolo del consolato si sono interrotte perché l’uomo sarebbe stato sedato. A fare a pezzi il corpo di Khashoggi mentre respirava ancora, almeno secondo quanto riferisce ancora la fonte, sarebbe stato il capo dell'unità forense giunta da Riad, il dottor Salah Mohammed al-Tabigy.

Nel corso di questa “operazione”, il medico avrebbe messo delle cuffie per ascoltare musica, invitando anche gli altri presenti a fare altrettanto. Infine, nel tentativo di far sparire ogni traccia del crimine appena compiuto, i resti del giornalista sarebbero stati sciolti nell’acido.

Secondo il New York Times, sarebbero almeno cinque le persone sospettate dalle autorità turche di essere coinvolte nella sparizione del giornalista e dissidente saudita, di cui quattro collegate al principe ereditario Mohammed bin Salman.

Uno dei soggetti identificati è un frequente accompagnatore del principe, visto con lui a Parigi e Madrid e fotografato con Mohammed durante alcune sue recenti visite negli Usa.

Altre tre persone, invece, sarebbero collegate alla scorta che si occupa della sicurezza del principe. Infine, la quinta persona sospettata è un medico legale che ricopre incarichi di alto livello nell'amministrazione saudita.

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