Parla di una città "islamizzata", con 19 moschee che in gran parte sposano il radicalismo dei Fratelli Musulmani, e se la prende con il governo italiano, ma anche con l'Unione europea ed Emmanuel Macron, colpevoli di restare immobili dinanzi ad una "immigrazione massiccia e incontrollata", Philippe Vardon, capogruppo del Rassemblement National al comune di Nizza. All'indomani del brutale attentato che ha sconvolto la sua città parla di "attacco al cuore della nostra civiltà".
Quello di ieri è il secondo attentato terroristico di matrice jihadista che sconvolge la città nel giro di pochi anni, perché ancora una volta a Nizza?
"È il secondo grande attentato islamista a Nizza, ma ce ne sono stati diversi altri di minore intensità, come, ad esempio, l'accoltellamento di un soldato che proteggeva una sinagoga. Nizza è la quinta città di Francia e rappresenta un obiettivo primario, ma è anche una città dove la penetrazione islamista è particolarmente importante: più di cento musulmani sono partiti da qui per guidare la jihad in Iraq e in Siria."
Cosa si sa dell'assalitore, era un "cane sciolto"?
"Non sappiamo ancora se abbia agito da solo, stamattina è stato arrestato un presunto complice. Non credo alla tesi dei "cani sciolti" o dei "lupi solitari" come si dice in Francia, che tende ad individualizzare, e quindi in qualche modo a minimizzare, questi attacchi. Questi terroristi, anche se a volte possono agire da soli, sono comunque il braccio armato di un'ideologia e i soldati di una jihad globale, di una guerra dichiarata alla nostra civiltà. È proprio per questo che la nostra basilica è stata presa di mira: vogliono colpire i nostri simboli. Vogliono colpire i nostri cuori e le nostre anime. Mentre in Europa elaboriamo fini teorie sul fenomeno, vi ricordo che per gli islamisti siamo tutti "crociati". Questo è dimostrato dal fatto che per "vendicare" le caricature pubblicate su un giornale anticlericale di sinistra - che ha fatto molte più vignette di Gesù che di Maometto - hanno attaccato una chiesa cattolica. Per loro non ci sono sfumature, tutti noi dobbiamo pagare".
Di certo sappiamo che Brahim Aoussaoui era sbarcato a Lampedusa un mese fa, ed era arrivato in Francia ad ottobre dopo essere passato per Bari. Pensa che si possa essersi radicalizzato a Nizza o che fosse già un soggetto pericoloso?
"Non credo che sia arrivato in Europa pieno di buone intenzioni. Poi è possibile che a Nizza sia stato incoraggiato".
Pensa che il governo italiano abbia delle responsabilità?
"Credo molto alla questione della responsabilità in politica. È vero, quello che sta accadendo non viene fuori dal nulla. Chi arriva qui da noi non ci piomba addosso per caso. Ma sarebbe sbagliato parlare solo della responsabilità del governo italiano. Anche l’Unione europea è responsabile: sta lasciando il nostro continente indifeso di fronte ai flussi migratori massicci e incontrollati. Anche il governo francese ed Emmanuel Macron sono responsabili: non controllano le nostre frontiere nazionali, quest’anno hanno fatto entrare 400mila immigrati, un record assoluto, e mostrano una colpevole debolezza di fronte agli islamisti."
Qualcuno invoca le dimissioni del ministro dell'Interno italiano Luciana Lamorgese, è d'accordo?
Non spetta a me chiedere le dimissioni di un ministro di un Paese sovrano. Tuttavia, capisco i leader politici italiani che lo stanno facendo, perché credo che la responsabilità debba essere la base dell’azione pubblica.
Esistono sacche di "separatismo" all'interno della comunità musulmana della vostra città?
"A Nizza c'è una presenza musulmana significativa, legata soprattutto all'immigrazione tunisina ma anche, in misura minore, a quella algerina, cecena o dell'Africa subsahariana. La maggioranza delle 19 moschee della nostra città è legata ai Fratelli musulmani. L'attuale sindaco di centrodestra, Christian Estrosi, ha facilitato e promosso questa influenza, affidandosi alla principale organizzazione che rappresenta questo movimento in Francia e a Nizza. Così, ad esempio, si sono potute installare moschee radicali in alcuni locali del comune. Il sindaco ha anche messo a disposizione un terreno di 3mila metri quadri per la futura costruzione di una grande moschea. Uno dei quartieri dove i musulmani sono molto ben radicati, inoltre, si trova proprio a pochi passi dalla basilica di Notre-Dame. C'è una libreria coranica che vende letteratura islamista, gestita da un imam che Estrosi considera un punto di riferimento della comunità. A Nizza, come in molte altre città francesi, sono anche i compromessi fatti dagli eletti locali, per clientelismo elettorale, ad aver creato un terreno fertile per il radicalismo."
Sullo sfondo di questo ennesimo attentato ci sono le tensioni di questi giorni tra Francia e Turchia, pensa che quello che è accaduto possa essere legato alle ultime dichiarazioni di Erdogan?
"È difficile dire se ci sia o meno un rapporto diretto. D'altra parte, quello che è certo è che stiamo vivendo un aumento molto significativo della tensione, sia sul piano interno sia internazionale, e attacchi come quelli di Erdogan non possono che incoraggiare l'odio, e di conseguenza le possibili azioni violente."
C'è il rischio che episodi di questo tipo possano ripetersi nei prossimi giorni?
"La Francia vive nel costante pericolo che si verifichino attacchi terroristici. Quindi, sì, la risposta è terribile, ma sì, potrebbe accadere di nuovo in qualsiasi momento. Almeno finché non saranno state prese le misure necessarie per intraprendere una vera e propria guerra contro gli islamisti.
Nizza si
trova a pochi chilometri dal confine italiano, il nostro Paese può dirsi al sicuro da questo tipo di attacchi?"Questo tunisino ha scelto di colpire in Francia. Avrebbe potuto benissimo decidere di colpire in Italia."
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