Due visite a sorpresa nella stessa giornata, prima in Afghanistan e poi in Iraq. È un tour inatteso quello intrapreso dal segretario di Stato americano Rex Tillerson, che in serata è arrivato a Baghdad, tra le polemiche per le critiche avanzate nei confronti delle milizie sciite irachene.
La visita in Iraq di Tillerson arriva in un periodo di grandi tensioni, con l'esercito iracheno, sostenuto dalle milizie sciite filo-iraniane, che ha cacciato indietro i curdi da una serie di territori controllati per anni, a partire dalla città di Kirkuk, dopo un referendum in cui la regione di Erbil ha chiesto a gran voce l'indipendenza da Baghdad.
Proprio la presenza di milizie finanziate da Teheran o comunque vicine alle posizioni politiche iraniane ha spinto l'amministrazione americana a critiche pesanti, con cui ha paragonato le Unità popolari allo Stato islamico. "Parole inaccettabili", per il portavoce Ahmad al-Asadi, che ha ricordato al segretario di Stato come i combattenti siano iracheni e non abbia dunque senso chiedere che "tornino a casa" dopo la sconfitta dell'Isis a Mosul.
Prima di arrivare in Iraq, Tillerson ha visto a Kabul il presidente Ashraf Gani. Ha "riaffermato l'impegno per raggiungere pace, stabilità e prosperità durature in Afghanistan".
"Noi crediamo che ci siano voci moderate tra i Talebani, voci che non vogliono continuare a combattere per sempre - ha detto - Per loro ci sarà spazio nel governo, se sono pronti a entrare, a rinunciare al terrorismo, a rinunciare alla violenza e se si impegnano per un Afghanistan stabile e prospero".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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