Leicester mette al bando i prodotti made in Israel

Il consiglio comunale cittadino ha approvato il boicottaggio dopo le pressioni degli immigrati musulmani: in città sono quasi il 20% della popolazione

Leicester mette al bando i prodotti made in Israel

Da qualche giorno Leicester è la prima città europea ad avere messo al bando tutti i prodotti "made in Israel". La decisione presa dal consiglio comunale della decima città d'Inghilterra non poteva non suscitare polemiche, anche per le modalità con cui la misura è stata approvata: hanno votato a favore 51 consiglieri su 55 e la maggioranza laburista che governa la città ha apertamente sfidato la posizione ufficiale del partito, formalmente contrario al boicottaggio.

Circa il 20 per cento dei 330mila abitanti di Leicester è costituito da immigrati, a stragrande maggioranza di religione musulmana. Negli ultimi mesi si sono moltiplicate le campagne di propaganda a favore del boicottaggio, spesso promosse da associazioni di immigrati islamici. Formalmente, la proposta del boicottaggio è stata avanzata dal consigliere Mohammed Dawood, che aveva invitato Leicester, "città tollerante verso chiunque" a "battersi contro intolleranza e discriminazioni che colpiscono il popolo palestinese”.

Contro la lotta al made in Israel aveva fatto sentire la propria voce anche il leader dei laburisti Ed Milliband, che aveva bocciato una proposta a suo dire "incapace di far proseguire il dialogo di pace e i negoziati".

A Leicester sopravvive una comunità ebraica molto

ridotta, di appena 295 persone, pari ad appena lo 0,1% della popolazione. Secondo quanto scrive il Jerusalem Post, misure analoghe a quelle adottate da Leicester potrebbero presto entrare in vigore in altre città dell'Inghilterra.

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