Libia, Tripoli minaccia: "Se l'Ue interviene, risponderemo con la forza"

Khalifa al-Ghweil, premier del governo di Tripoli, ha bocciato il piano dell'Ue per affondare i barconi: "Non è la soluzione giusta e noi ci difenderemo"

Libia, Tripoli minaccia: "Se l'Ue interviene, risponderemo con la forza"

"L'Europa non tenti di affondare i barconi, altrimenti ci difendermo con la forza". È questo l'avvertimento all'Unione Europea lanciato da Khalifa al-Ghweil, il premier del governo di Tripoli, una delle tante fazioni che ormai governano una parte della Libia.

Il messaggio politico che arriva sui tavoli di Bruxelles è chiaro: un eventuale missione dei paesi europei per abbattere i barconi sulle coste libiche prima che partano per Lampedusa, verrà ostacolata. "Abbiamo bisogno del coinvolgimento dell'Occidente - ha detto Ghweil all'Indipendent - ma di certo non sarebbe d'aiuto se prevedesse il bombardamento delle barche: non servirà a fermare il contrabbando. Se l'Europa verrà senza permesso nelle nostre acque e nelle nostre terra noi ci difenderemo". Ciò che serve all'Europa - ha continuato il premier di Tripoli - è aiutare questi profughi nei loro stessi paesi con aiuti così da dare loro un futuro grazie al quale non dovranno affrontare viaggi pericolosi. Noi in Libia abbiamo bisogno di aiuto per far fronte a queste persone. Se queste cose non avverranno, allora la situazione potrà solo diventare peggiore per l'Europa"

La comunità occidentale non riconosce il governo di Alba Libica, ma le parole di Ghweil non possono passare inosservate. Ghweil ha infatti ricordato come sia proprio il suo governo a controllare le coste da dove partono i viaggi della speranza: "Europa e l'America devono riconoscere il nostro governo di salvezza nazionale: noi controlliamo l'85% del Paese. L'Occidente ha bisogno di parlare con noi sull'immigrazione e per il problema creato dall'Isis. Solo così possono assicurarsi che la situazione non peggiori".

Il premier di Alba Libica, poi, si è scagliato sia contro i sostenitori di Gheddafi che contro il governo di Tobruk, quello riconosciuto dalla comunità internazionale. "Sì, gli estremisti vengono dal vecchio regime. Ahmed al-Gheddafi Dam (cugino del colonnello Gheddafi) ha ammesso in televisione di averli sostenuti. L'obiettivo è quello di danneggiare la Libia.". E sul generale Khalifa Haftar, Capo di Stato maggiore nominato dal Parlamento di Tobruk: "È un criminale di guerra: su di lui c'è un mandato di arresto. È stato responsabile della distruzione di Bengasi e le sue truppe hanno ucciso molte persone innocenti".

Superare l'opposizione di Alba Libica potrebbe creare non pochi grattacapi alle autorità europee. Il rischio maggiore, infatti, risiede nella possibilità di rinvigorire il sentimento anti-occidentale nella popolazione libica, ricordando loro l'occupazione coloniale dei primi del '900. "Gli europei - ha detto Ghweil - non possono venire a controllarci, non possiamo tornare al 1911 (l'anno dell'occupazione italiana della Libia, ndr) quando erano gli stranieri a decidere cosa fare".

Ufficialmente l'Europa non interverrà in Libia, ma alcuni documenti riservati

4671058654785px;"> diffusi da Wikileaks dimostrano che invece l'azione militare è ben più di una ipotesi. Intanto, però, l'esodo di migranti verso le coste italiane non si ferma: anche oggi sono sbarcati 4.200 profughi. I tentennamenti si pagano a caro prezzo.

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