L'Iran sta sviluppando un sottomarino equipaggiato con missili da crociera antinave in grado di affondare rapidamente le unità da guerra americane che operano nello Stretto di Hormuz. E’ questa la conclusione dei servizi segreti della Marina statunitense. Nel rapporto dell’Office of Naval Intelligence (ONI), l’implementazione della capacità ASMC, Anti-Ship Cruise Missile, è prevista nei sottomarini diesel elettrici classe Besat.
Nessun sottomarino attualmente in servizio con l’Iran è in grado di lanciare missili balistici o da crociera, mentre Mosca ha acquisito tale capacità soltanto alla fine del 2015 con il Rostov-on-don della classe Varshavyanka. L’ONI non ha identificato il sistema missilistico in fase di sviluppo, ma tale capacità dovrebbe essere raggiunta entro i prossimi cinque anni.
La negazione concentrica dell’Iran
I sottomarini sono parte integrante della strategia di difesa a più livelli dell’Iran. In uno ipotetico conflitto, i sottomarini iraniani opererebbero come moltiplicatori di forze in anelli concentrici tra l’Oceano Indiano, il Mar Rosso e lo Stretto di Hormuz. La ridondanza iraniana di proiezione si basa su due sottomarini Kilo sempre in navigazione. Tuttavia, a causa della minima profondità operativa richiesta, almeno 164 piedi, possono accedere solo ad un terzo del Golfo Persico. L’Iran starebbe quindi sviluppando dei sottomarini diesel-elettrici destinati a colmare il divario tra la classe pesante Kilo da quattromila tonnellate e quella leggera Ghadir. La classe Qaa’em, unità da mille tonnellate presentata nel settembre del 2008, rimane un mistero. Probabilmente, il progetto è stato inglobato nella classe Besat da 1200 tonnellate. I sei tubi lanciasiluri di quest’ultima dovrebbero essere in grado di lanciare diversi sistemi d’arma, compresi i missili da crociera. Una predisposizione, per intenderci, già implementata nei sottomarini tedeschi Tipo 209 destinati all’esportazione.
La forza sottomarina è parte integrante della strategia di difesa a più livelli dell’Iran basata sulla capacità di collocare mine EM-52 ed asset UWIED, Underwater Improvised Explosive Devices in un contesto A2/AD.
Lo sviluppo di un missile da crociera antinave è una naturale evoluzione della strategia di negazione ed, in teoria, consentirebbe alla Marina iraniana maggiore flessibilità operativa ed immediati tempi di reazione. Medesime preoccupazioni nel Pacifico, con il sistema d’arma cinese YJ-18. Tali capacità richiederanno enormi sforzi tecnologici.
La Classe Fateh
L’Iran, ad esempio, non ha ancora messo in servizio il suo primo sottomarino di medie dimensioni classe Fateh, interamente costruito in patria e, potenzialmente, equipaggiato con i siluri a super-cavitazione Hoot. Il sottomarino monoscafo Fateh è certamente più grande delle precedenti unità in servizio, con lunghezza stimata di 40/50 metri per un diametro di quattro ed un dislocamento in immersione di 500 tonnellate. Il disegno dello scafo è abbastanza convenzionale e presenterebbe alcuni spunti identificabili nei sottomarini tedeschi Tipo-205/206 e nella classe Heroj della Marina della Jugoslavia Socialista. Quattro, infine, i tubi lanciasiluri precedentemente identificati probabilmente da 533 millimetri. Il Fateh è il terzo programma indigeno del paese che riguarda la realizzazione dei sottomarini. La classe Fateh, grazie alle sue dimensioni, potrebbe spingersi fino all’Oceano indiano settentrionale, lasciando il pattugliamento del Mar Rosso ai classe Kilo. La possibilità che l’Iran stia realizzando un reattore nucleare per l’implementazione sui sottomarini, così come annunciato nel giugno del 2012, è ritenuta attualmente remota e giudicata ben oltre le capacità attuali dell’industria del paese.
La classe Ghadir
Il programma Ghadir si basa sui progetti delle piattaforme classe Yono della Corea del Nord con un dislocamento di 123 tonnellate ed equipaggiati con due tubi da 533 millimetri. I sottomarini classe Ghadir sono progettati per operare in acque poco profonde, principalmente nel Golfo Persico e nello Stretto di Hormuz. I sottomarini tascabili (basati su tre classi), infine, rientrano nella strategia asimmetrica dell’Iran contro le unità di assalto anfibio costrette ad attraversare le acque poco profonde dello Stretto di Hormuz.
La Guardia Rivoluzionaria possiede circa mille piccole e veloci imbarcazioni utilizzate per pattugliare la costa iraniana. Il loro impiego è determinante nella tattica asimmetrica a sciame, perfezionata dalla fine del 1988 dalla Guardia Rivoluzionaria per interdire l’ingresso nel Golfo Persico.
La difesa costiera
L’Iran ha investito ingenti risorse nella ricerca e produzione di sistemi missilistici antinave terrestri per la difesa costiera. Lo Stretto di Hormuz e la lunghezza delle coste, offrono un anello di difesa ottimale per i missili da crociera. Operativi diversi sistemi basati sul C-802 cinese derivato dall’Exocet francese, mentre sembrerebbe non ancora sviluppata la versione del missile SS-N-26 Yakhont. Entrambi coprono l’intera larghezza del Golfo Persico.
Secondo il rapporto dei servizi segreti della Marina statunitense, in caso di conflitto l’Iran (la strategia è in stile hit-and-run),
colpirebbe le navi da guerra nemiche presenti nel Golfo Persico e nello Stretto di Hormuz.“L’attacco di saturazione contro queste forze, avrebbe l’obiettivo di minare la volontà politica nel perseguire una guerra contro l’Iran”.
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