L'Isis ha portato in Europa una bomba sporca all'uranio

Arma "radiologica" realizzata con 40 chili di uranio trafugato dai depositi dell'università di Mosul. Gli 007: "Effetti devastanti se fatta deflagrare in una grande città"

Abu Bakr Al Baghdadi, in una rara immagine che lo ritrae in moschea a Mosul
Abu Bakr Al Baghdadi, in una rara immagine che lo ritrae in moschea a Mosul

Un'arma "radiologica" minaccia l'Europa. I miliziani dello Stato islamico sarebbero riusciti a far arrivare nel Vecchio Continente la "bomba sporca", realizzata con 40 chili di uranio trafugato dai depositi dell’università di Mosul. A denunciarolo è stato Site, l’organizzazione specializzata nel monitoraggio dei siti jihadisti che, citando un messaggio su Twitter, ha individuato il passaggio di frontiera lo scorso giugno.

La prima rivendicazione dell'Isis risale al 30 novembre scorso quando, sempre via Twiter, annunciarono di avere una "bomba sporca". Secondo Site, si tratterebbe di un ordigno realizzato con un nucleo di esplosivo convenzionale circondato da uno strato più o meno denso di uranio (scorie radioattive anche di vecchi macchine a raggi x), non in grado di innescare un’esplosione atomica ma capace di contaminare con un fall out radioattivo un’area di diverse centinaia di metri di raggio. In questo modo la bomba avrebbe, comunque, effetti devastanti se fatta deflagrare in una grande città come Londra o Roma. Secondo un report dei servizi di sicurezza britannici, l'arma in mano ai terroristi islamici fedeli al Califfo Abu Bakr Al Baghdadi difficilmente potrebbe arrivare in un Paese occidentale. Sarebbe, infatti, più facile usarala in Iraq.

Era stata l’edizione domenicale del tabloid Daily Mirror a dare per primo la notizia citando come fonte il britannico Hamayun Tariq. Trentasette anni, originario di Dudley nelle Midlands occidentali, è un ex meccanico di auto, che ha dichiarato di aver combattuto dal luglio 2012 nella regione pakistana del Waziristan, al confine con l’Afghanistan, al fianco dei talebani per poi unirsi da mesi ai guerriglieri dell'Isis in Siria.

La notizia in sé del furto del materiale radioattivo a Mosul era, invece, stata comunicata dall'ambasciatore iracheno all’Onu, Mohamed Ali Alhakim, in una lettera inviata lo scorso 8 luglio al segretario generale Ban Ki-moon.

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